I Luoghi del Mistero
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sabato 24 ottobre 2020
Ad onore e gloria dell’Ordine Templare - per non dimenticare
il mistero della luce nell'Abbazia di Sant'Urbano e nel Duomo di Viterbo
Dall’abbazia di Sant’Urbano
al Duomo di Viterbo, un raggio di Sole intensissimo risveglia le parole
rivelatrici di antiche vie della saggezza e della conoscenza: armonia, energia,
luce e memoria.
Abbazia di Sant’Urbano - Apiro |
San Lorenzo - Viterbo |
La scienza muratoria
degli antichi costruttori dell’Abbazia di Sant’Urbano è riuscita a creare un magico fluire del
primo raggio di sole all’interno del edificio sacro, dando luogo ad una sorta
di danza iniziatica del sole volta ad evidenziare misteriosi simboli
scolpiti sulla pietra.
Infatti, in alcuni giorni ritenuti sacri dagli esperti Maestri, un raggio di Sole penetra attraverso l’abside della chiesa percorrendo da Est a Ovest le grigie e mute pareti del Tempio, con un lento ma deciso cammino, come se volesse tracciare un antico sentiero per mostrarci le parole di un occulto messaggio.
Un percorso
delineato sulla scia delle correnti gnostiche ed esoteriche, attraverso la
Iside Svelata dell’antico Egitto, la Sophia Superiore (Binah della Cabala
ebraica) quale processo di un ruolo evocativo per la realizzazione spirituale
della controparte terrena.
Temi affrontati nei libri di Agostini “Il mistero di Maria Maddalena: dai vangeli gnostici ai rex deus” e “Nel nome della Dea”.
Nel suo lavoro, Agostini, sulla scia della linea di sangue identificata nell’immagine del Santo Graal, analizza lo speciale rapporto tra Maria Maddalena, sacra sacerdotessa di Dan, e il Cristo: la sposa e lo sposo di alchemiche nozze, il cui frutto diviene immagine di una nuova alleanza con il “Dio
Quest’immagine si ritrova simbolicamente nelle pietre dei capitelli dell’abbazia di Sant’Urbano dell’anno mille, dove due unicorni si cibano del fiore della vita in corrispondenza del luogo dove si manifesta il fenomeno della luce. Questo evento astronomico si manifesta in due periodi dell’anno e non in periodo solstiziale.
Una luce che segue e
illumina punti specifici della struttura architettonica celati per tutti gli
altri giorni, ma che possono essere individuati solo grazie allo spirito di
osservazione e all’intuizione.
Il raggio di Sole che penetra nella possente abbazia di Sant’Urbano è un fenomeno insieme segreto e palese, espressione della conoscenza di mastri costruttori che lo hanno scolpito sulle pietre per permettere ai “cercatori di luce” di cogliere l’essenza degli elementi e il giusto percorso per approcciarsi al sacro. Ogni simbolo di questa abbazia è guida per l’uomo: gli stessi capitelli delle colonne, gli affreschi della chiesa e la forma dei pilastri sono come uno spartito musicale portatore di un messaggio di armonia, studio e conoscenza. Nel giorno del solstizio d’estate, il 21 giugno, anche a Viterbo accadono fenomeni di questo genere. La Tuscia è una provincia carica di mistero che promana da segreti ancora molti da svelare. In passato fu sede pontificia e prolifera di chiese antiche. In quella più rappresentativa, la cattedrale di piazza San Lorenzo a Viterbo città, proprio nel giorno del solstizio estivo un punto di luce intensissima colpisce il centro del cerchio inserito ai piedi dell’altare nel pavimento cosmatesco facendo riecheggiare un’antica massima dei costruttori di cattedrali: “un punto che si situa in un cerchio che si ritrova in un quadrato e in un triangolo; se voi troverete il Punto sarete salvi, fuori dalle pene, dall'angoscia e dal pericolo”.
Il fenomeno solare della cattedrale viterbese è stato osservato dalla giornalista Tiziana Mancinelli ed è diventato una delle parti salienti del suo primo libro: “Il Sole d’Argento”, edito da Intermedia Edizioni.
“Il Sole d’Argento” è un viaggio attraverso le chiese viterbesi alla ricerca dei messaggi occulti, lasciati dagli antichi costruttori in queste splendide architetture del passato, un viaggio che si compie inseguendo il primo raggio dell’alba che illumina la pietra e la fa riecheggiare di queste antiche storie raccontate da una luce d’argento, capace di creare un ponte invisibile e indissolubile tra il duomo di Viterbo e l’abbazia di Sant’Urbano e molte altre tappe di questo cammino alla ricerca della conoscenza e di se stessi.