domenica 25 novembre 2018

Et in Arcadia Ego. Il mito peslagico della creazione

.Da "Il mito pelasgico della creazione, I Miti Greci” di Robert von Ranke Graves (1895-1985)
"(...) Il primo uomo fu Pelasgo, capostipite dei Pelasgi; egli emerse dal suolo d'Arcadia, subito seguito da altri uomini ai quali Pelasgo insegnò come fabbricare capanne e come nutrirsi di ghiande e cucire tuniche di pelle di porco, simili a quelle che ancora indossa la gente del contado nell'Eubea e nella Focide.
Plinio, Storia Naturale IV 35 e VIII 67; Omero, Iliade XX 223.
Il mito è tuttavia implicito nei misteri orfici e può essere ricostruito secondo lo schema delineato più sopra, dai Frammenti Berosiani e dalle cosmogonie fenicie citate da Damascione e da Filone di Biblo; attraverso gli elementi cananei contenuti nella storia della Creazione ebraica; attraverso Igino (Fabula 197 – vedi 62 a), la leggenda beota dei denti del drago (vedi 58 5) e l'arte rituale primitiva. Il sacrificio comunemente praticato dai Pelasgi, cioè i Peloria (Ateneo XIV 45 639-40) ci fa supporre che essi si ritenessero tutti nati da Ofione, poiché Ofione appunto era un Pelor ossia un «serpente prodigioso».
Ofione, o Borea, è il serpente Demiurgo del mito ebraico degli Idumei (Edomiti) ed egiziano, e nell'arte arcaica mediterranea la dea è sempre raffigurata col serpente al suo fianco. I Pelasgi autoctoni, che pare pretendessero d'essere nati dai denti di Ofione, furono forse, in origine, il popolo delle neolitiche «Terracotte Dipinte». Passarono dalla Palestina alla Grecia continentale verso il 3500 a.C. e gli antichi portatori della civiltà elladica, emigrati dall'Asia Minore attraverso le Cicladi, li trovarono insediati nel Peloponneso settecento anni dopo. Il termine «Pelasgi» venne poi usato in senso lato per indicare tutti gli abitanti pre-ellenici della Grecia. Secondo Euripide (citato da Strabone, V 2 4) i Pelasgi adottarono il nome di Danai quando Danao con le sue cinquanta figlie giunse ad Argo.
Le critiche alla loro condotta licenziosa (Erodoto, VI 137) si riferiscono probabilmente all'usanza pre-ellenica delle orge erotiche.
In questo complesso religioso arcaico Pelasgico non vi erano né dei né sacerdoti, ma soltanto una dea universale e le sue sacerdotesse; la donna infatti dominava l'uomo, sua vittima sgomenta. E poiché si pensava che la donna rimanesse incinta per le virtù fecondatrici del vento, la paternità non veniva tenuta in nessun conto; la successione era matrilineare.
(...)"
Pelasgi è il nome degli Eber (Eburones), popolazione pre-greca il cui ricordo era ancora vivo in epoca classica. Omero cita i Pelasgi di Creta (Od. XIX 178). Anche Erodoto conosce i Pelasgi e li descrive come gente che parlava una lingua non greca e che viveva nella città di Crestone (vicino Salonicco). Pelasgos, secondo la "Periegesi della Grecia" di Pausania (110-180 dC), fu il primo uomo “(…) egli generò i Pelasgi, venne dall’Arcadia e insegnò come costruire capanne, come nutrirsi di ghiande e come cucire tuniche simili a quelle indossate dal popolo degli Eburones”.
La Bibbia conosce i Pelasgi nella Genesi e li nomina tra coloro che ripopolarono la terra; Eber, antenato di Abraham ha-‘ibri (l’ebreo), del quale si dice: “Questa è la discendenza dei figli di Noè: Sem, Cam e Japhet. Anche a Sem, padre di tutti i figli di ‘Eber (kol-bne-‘Eber) nacque una discendenza. A ‘Eber nacquero due figli: uno si chiamò Pelasg (…)” (Gen. 10,1.21.25).
Erodoto scrisse che le figlie di Danao portarono i misteri di Demetra-Iside in Grecia, divulgandoli solo alle donne dei Pelasgi. Questi misteri furono conservati solo presso gli Arcadi della tribù degli Alfei di discendenza davidica, in altre parole in Pisa e nelle zone limitrofe. Il racconto di Erodoto, messo in scena anche da Eschilo nella trilogia delle Danaidi, è un fil rouge che collega gli Eburones alla tribù di Giacomo d'Alfeo.
Nei secoli passati, illustri studiosi (detti "Pastori Alfei") si dedicarono all’analisi delle suggestioni della discendenza Alfea ....
è meglio comunque la lettura del saggio “Et in Arcadia Ego. I miti dei Popoli del Mare” di Massimo Agostini perché (…)
“farò fra questi rustici la sepoltura tua famosa e celebre. Et da' monti Thoscani et da' Ligustici verran pastori (...) Et in Arcadia Ego". [Carme di Ausonio, IV sec d.C.].

Nemesi, non Leda, ma non sono un esperto.

Nemesi, non Leda, ma non sono un esperto.
di Agostino Agostini

Una leggenda presenta Nemesi come una vergine amata da Zeus che se ne innamorò e la inseguì per terra e per mare. Benché essa mutasse continuamente forma, egli riuscì infine a violarla assumendo l'aspetto di un cigno, e dall'uovo che Nemesi depose nacque Elena di Troia.
Secondo la versione più comune, tuttavia, Zeus in veste di cigno si unì a Leda stessa sulle rive del fiume Eurota; poi Leda depose un uovo dal quale nacquero Elena, Castore e Polideuce, e fu deificata in seguito col nome di dea Nemesi.
Un'iscrizione a Nicea mostra i Venulei patroni dei Nemesiasti, il collegio sacerdotale consacrato alla dea Nemesi ed al culto del femminino sacro, ritrovato anche nella villa dei Venulei a Massaciuccoli con il culto della Bona Dea, l'Iside etrusca.
Pompeia Celerina dei Pompeii, moglie di Plinio il Giovane secondo il Torelli (Les Pompeii de Bolsena et les Venuleii de Pisa), era figlia del Venulei di Nicea.
Ancor più‭ ‭ ‬‬interessante però ricordare che la dea Nemesi, figlia di Oceano, era identificata con Iside a Pompei.
"(...) nei Panormo (località portuali greche che godevano di buoni approdi) la dea Nemesi corrispondeva ad Iside (...)" ed era la protettrice dei marinai.
L'uovo "(...) simbolo di fecondità e di generazione, diventerà poi simbolo della Pasqua cristiana" (e forse della "Stirpe Reale" di Maria Maddalena).
A Nicea si terrà il primo concilio cristiano nel 325 dC. che, presieduto dall'imperatore Costantino, stabilirà la data della Pasqua: la prima domenica dopo il plenilunio successivo all'equinozio di primavera. Il concilio decretò inoltre l'utilizzo del colore azzurro per il manto di Maria e di quello rosso (vermiglio) per quello della Maddalena.
Allegata la più antica rappresentazione dell'uovo di Maria Maddalena nella Chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme, la celebre Rotonda che ha ispirato nel Medioevo tutta la serie di chiese circolari costruite a suo modello, una forma prediletta soprattutto dai Templari.
di Agostino Agostini

Il Mistero di Maria Maddalena. Dai Vangeli Gnostici ai Rex Deus. Andrea Di Lenardo dialoga con Massimo Agostini

Il Mistero di Maria Maddalena. Dai Vangeli Gnostici ai Rex Deus.
Andrea Di Lenardo dialoga con Massimo Agostini

Partendo da alcuni affreschi ritrovati in una chiesa del XIII secolo , appartenuta ai Domenicani, l'autore di questo libro affronta, attraverso un'accurata analisi dei testi sacri: dall'Antico al Nuovo Testamento, non tralasciando i Vangeli Gnostici, il percorso e l'essenza spirituale ed iniziatica delle prime sette cristiane. Il mistero della Grande Madre, L'Iside Svelata dell'Antico Egitto...

QUINOTAURO e SANG REAL MEROVINGIO


QUINOTAURO e SANG REAL MEROVINGIO
di Agostino Agostini
Il Quinotauro è una creatura mitologica leggendaria che si era accoppiata con la moglie di Clodione, padre di Meroveo (oppure aveva cercato di accoppiarsi con lei già incinta). Fatto sta che i Merovingi, il cui sangue scorre nelle vene di un grande numero di famiglie nobili europee, vantavano questo sangue (sang real) mitologico. Chiunque faceva parte di famiglie di ascendenza Obertingia, oppure aveva una antenata femmina di tale discendenza, poteva sostenere di essere discendente del Quinotauro.
Il nome, che significa "toro con cinque corna", sembra unire a livello simbolico il tridente del dio del mare Nettuno e il viaggio in mare di Giove tramutato in toro durante il ratto di Europa oppure il mito di Teseo e Arianna nel Minotauro.
Felice Vinci sostiene, nel suo Omero nel Baltico, che il mito di Teseo e Arianna sia originario non della Creta egea, ma della sua corrispondente terra baltica, identificata con la Pomerania.
Elvers, Karl-Ludwig (Università di Bochum) sostiene che la gens pisana Venuleia derivi il suo nome da "Venilii" ["Venuleius." Brill’s New Pauly. Antiquity volumes edited by: Hubert Cancik and Helmuth Schneider, 2014].
I Venilii (o gens Venilia) sono noti per la ninfa Venilia, antichissima divinità latina connessa coi mari e coi venti, ritenuta sposa di Nettuno, legato alle leggende dei Pelasgi Alfei e di cui era conservata una statua all'ingresso della colonia Alfea (Pisa), cives romana.
La ninfa o dea Venilia (rappresentata come sirena bicaudata) significa "essenza, discendenza da una natura divina". Secondo l'Enciclopedia Italiana significa in senso più ampio "(..) essere divino, dio, con riferimento alle figure delle mitologie antiche e delle religioni politeiste. (...) nel sincretismo cristiano è riconosciuta alle persone della Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo".
Et in Arcadia Ego ... Massimo Agostini

sabato 3 novembre 2018

La Calabria e la scoperta dell'America. Il ruolo di San Francesco da Paola
















La Sacerdotessa della Dea Hator

La Sacerdotessa della Dea Hator che
“da qualsiasi angolazione la guardi, vedi un paio di occhi divini che ti guardano”
È stata confermata l'identità della mummia egizia coperta di tatuaggi singolari: era una Sacerdotessa vissuta fra il 1300 e il 1070 avanti Cristo e morta quando aveva fra 25 e 34 anni.
Decorata con circa 30 tatuaggi, la mummia, scoperta nel sito di Deir El-Madina, senza mani, gambe, testa e bacino. 
I disegni su spalle, collo, schiena e braccia che raffigurano fiori di loto e babbuini seduti, simboli magici di guarigione e protezione contro le malattia, e la moltitudine di occhi di Horus, simboli di protezione contro il male, avevano fatto ipotizzare ai ricercatori che fosse il corpo di una sacerdotessa nel culto di Hathor.
I tatuaggi avrebbero una valenza religiosa legata alla sfera della sessualità.
Gli stessi ricercatori hanno calcolato anche l'età della donna al momento della morte in base alla crescita e alla densità ossea.

sabato 27 ottobre 2018

Halloween - Antica festa della Sardegna.

di Masssimo Agostini
In Sardegna, vi sono tradizioni, feste popolari, che traggono origine da antichi rituali pagani, celebrando gli spiriti divini della natura, nel magico susseguirsi delle stagioni.
maschere sarde
La cosiddetta festa chiamata “Il bene delle anime” ossia “is animeddas”, tipica del sud della Sardegna, conosciuta nel Nuorese come “su mortu mortu”, richiama infatti anichi riti della pioggia, affinchè l'acqua giunga a vivificare il seme sepolto nella "Madre Terra".
Quel seme, che deve morire per rinascere a nuova vita, nel mito egizio è simbolicamente rappresentato dal dio Osiride, che muore per mano del fratello Seth, dio del deserto, delle tempeste, della siccità (...), per risorge grazie alla sua amata sposa Iside, dea della fertilità, che presiede alle piene del Nilo.
"Salute a voi, Acque che Shu ha portato
e bagnerà le membra di Geb (la terra).
Adesso i cuori possono perdere la paura e i petti il terrore.."

Così recita un'antica preghiera egizia.
Seth
dio egizio della morte
Occorre uccidere Seth (deserto-siccità) afinché Osiride (forza di riproduzione della Natura) possa risorgere, e Seth verrà ucciso da Horus, frutto del sacro accoppiamento tra Iside e Osirde, che sancisce il risorgere di Osiride dal Regno dei Morti.
"Osiride appare ovunque
ci sia un traboccare di acque."

Nella tradizione esoterica, in questo periodo astrologico, il velo che divide il modo dei vivi da quello dei morti si assottiglia, consentendo alle anime dell’aldilà di entrare in contatto con la manifestazione terrena.

Nei rituali sardi assistiamo a sfilate di maschere tipiche che richiamano antichi spiriti della natura (le maschere di Seui, “S’Urtzu e sa Mamulad“, ma anche le maschere ospiti dei “Cambas de’ Linna” di Guspini e “Donna Zenobia” di Macomer).


Queste maschere e i riti astrologici sardi, sembrano trovare la loro origine proprio nelle antiche tradizioni pagane, come quelle egizia della morte e rinascita di Osiride.
Nei rituali sardi forte è anche il richiamo al mito del dio Pan, divinità mezzo uomo e mezzo caprone, figlio di Hermes (l’equivalente greco del dio egizio Thot), venerato come dio pastore, protettore delle selve e dei pascoli, o quello del culto dell’eroe solare vedico Pushan, il cui nome in sanscrito significherebbe: “colui che fa prosperare”, simile al dio Phanes, il portatore di Luce (come tale, immagine del biblico Ba’al o Lucifero).
Tutte divinità dalle forti connotazioni sessuali per celebrare la sacra congiunzione ierogamica con la Madre Terra. 

dio Pan


Quindi non è un caso che in Sardegna, fin dalla notte dei tempi esista il culto del dio Maimone, (il dio pagano della natura e della pioggia, di origine protosarda), anche lui rappresentato come un demone che presiede al passaggio dalla vita alla morte e viceversa.
E' dal culto del dio Maimone che nasce l’antico rito, praticato sia in Sardegna che in Corsica, di prendere i crani dal cimitero per far piovere, il cranio in seguito venne sostituito da una zucca che ne richiama le fattezze.

Da qui anche l'antica usanza sarda dei bambini che girano per il paese bussando alle porte chiedendo “is animasa” con un sacco o una federa per raccogliere i doni da consegnare a nutrimento dei morti. Per l’occasione le famiglie preparano dolci tipici di saba (Pabassinas) o pane nero, come lo chiamano alcuni tra i mannos, per offrirli ai bambini “.
A proposito delle possibili origini delle tradizioni culturali della Sardegna si rimanda ai libri:

mercoledì 4 luglio 2018

Ipotesi su Ugo de Pagani primo Maestro dei Templari

Ipotesi su Ugo de Pagani primo Maestro dei Templari, le tracce genealogiche della sua stirpe ebraica sembrano condurre a Pisa, l’antica Repubblica Marinara che diede un importante contributo alla riconquista della terra santa.
L’argomento, sapientemente affrontato da Massimo Agostini nel suo ultimo libro: “Et in Arcadia Ego. I miti dei Popoli del Mare” Tipheret editore, dove si fa riferimento ad indichi documenti tratti dall’archivio segreto di una nobile famiglia pisana,sembra trovare continue conferme come in questa link tratto da Pisa Hebrews che riporta la genealogia di Ugo de Pagani Eb(u)riaci pisano.
Tra coloro che riuscirono a fuggire al massacro di Granada anche Yosef ben Shlomo ibn 'Awkal di Fustat (Cairo, Egitto) e Roma, rifugiatosi a Pisa nel quartiere di Chizkiya.
Era figlio dell'esilarca Chizkiya IV della dinastia sacerdotale dei Mi Beth El, residente a Granada nel 1040, un sultanato indipendente in Spagna, e protetto di Yosef Ha-Naggid fino alla sua morte nel massacro del 1066.
Yosef fu il nonno di Ugo I di Pagano, detti Eburiaci da Vecchiano, armatore e ammiraglio della flotta pisano-genovese alla crociata delle Baleari, secondo alcune genealogie web:
http://mauriceboddy.org.uk/Pisa.htm

IL FEMMININO SACRO "Lo Specchio di Alice" - intervista a Massimo Agostini

La storia del femminino sacro è la storia di un Amore
l'amante che anela ad incontrare l'oggetto del suo Amore.


mercoledì 23 maggio 2018

Eterne Verita Channel: osptite Massimo Agostini autore di "ET IN ARCADIA EGO I MITI DEI POPOLI DEL MARE"



Massimo Agostini vi racconta alcuni "misteri" del suo "Et in Arcadia Ego" nella trasmissione radiofonica "Oltre la Bibbia".
Saliamo con lui sulle navi dei popoli del mare, degli "sfuggenti" Shardana, in un viaggio sorprendente dall'Egitto, alla Terra Santa, alla Pisa delle Crociate fino alla fascinosa Scozia, guidati dalle tracce lasciate dalla stirpe di una delle figure più controverse della storia: il fondatore dei Cavalieri Templari.
Agostini ricostruisce con una imponente ricerca documentale ed una minuziosa bibliografia una trama che era sepolta da secoli sotto la storia ufficiale. Il saggio è pieno di coincidenze e colpi di scena che si intersecano dalla profondità dei secoli con la vita nel presente dell'autore, in un susseguirsi di scoperte, intuizioni ed illuminazioni capaci di sedurre il lettore pagina dopo pagina.
Volete scoprire quale linea rossa lega la Terra dei Faraoni, gli antichi Popoli del Mare, la Tribù di Dan, i misteri del Tempio di Salomone, la fascinosa e sapiente Maddalena, la Regina dei Mari Pisa alla Scozia? E chi è il Ugo da Pagano, il fondatore dei Templari?
Vi lascio alla trasmissione del bravo Andrea Di Lenardo e alle suggestioni di "Et in Arcadia Ego".
Buon ascolto e buone riflessioni!



Disponibile sul canale Eterne Verita Channel la rubrica radiofonica curata dal saggista Andrea Di Lenardo con osptite l'autore di "ET IN ARCADIA EGO" Massimo Agostini

sabato 21 aprile 2018

Egidio Senatore e Massimo Agostini: La natura femminile del Dio


La via dell’anima. La natura femminile del Dio. La Shekinah conferenza pubblica a cura del Rito di York​. Massimo Agostini, autore di alcuni saggi sul feminino sacro, e Egidio Senatore, autore televisivo per anni a fianco di Gabriele La Porta nella programmazione culturale di Rai Notte, affrontano l'affascinate tema della natura femminile del Dio. La Shekinah Come si rileva dalla “letteratura”, Shekinah è una parola caldea che significa dimora, usata dagli ebrei per designare il simbolo visivo della presenza di Dio nel Tabernacolo, e poi nel Tempio di Salomone; inoltre Dio parlò a Mosè tramite la "Shekinah" in un rovo ardente. Alcuni considerano la Shekhinah come rappresentazione degli attributi femminili della presenza divina (dato che Shekhinah è un sostantivo di genere femminile in ebraico), basandosi specialmente su letture del Talmud. È questo il cuore di un tema profondamente ricco ed affascinate che manifesta la via del femminino sacro e delle sacerdotesse di Miriam nella costruzione di un percorso di elevazione spirituale.

venerdì 20 aprile 2018

La natura femminile del Dio. La Shekinah

Il Rito di York - Novara 24 marzo 2018 presenta: La via dell’anima. La natura femminile del Dio. La Shekinah
Sabato 24 marzo alle ore 16 presso la sala conferenze dell’Hotel Italia a Novara si è tenuta la conferenza sul tema “La via dell’anima. La natura femminile del Dio. La Shekinah”. I relatori, moderati da Egidio Senatore, autore televisivo per anni a fianco di Gabriele La Porta nella rogrammazione culturale di Rai Notte, sono scrittori e saggisti come Federico Pignatelli autore di numerosi testi sulla metodologia interpretativa della Religione Ebraica tra cui, da ultimo, il volume sullo Zhoar, Massimo Agostini autore di testi sulla Maddalena e sul femminino Sacro e, in particolare, della ricerca sul mondo templare confluita nel saggio in commercio “Et in Arcadia ego. I miti dei popoli del mare”, ed il cabbalista e studioso Luca Delli Santi, allievo di Nadav Crivelli, ad oggi tra i più prestigiosi studiosi della cultura ebraica. I lavori saranno presentati da Gianni Colli. Come si rileva dalla “letteratura”, Shekinah è una parola caldea che significa dimora, usata dagli ebrei per designare il simbolo visivo della presenza di Dio nel Tabernacolo, e poi nel Tempio di Salomone; inoltre Dio parlò a Mosè tramite la "Shekinah" in un rovo ardente. Alcuni considerano la Shekhinah come rappresentazione degli attributi femminili della presenza divina (dato che Shekhinah è un sostantivo di genere femminile in ebraico), basandosi specialmente su letture del Talmud. È questo il cuore di un tema profondamente ricco ed affascinate che manifesta la via del femminino sacro e delle sacerdotesse di Miriam nella costruzione di un percorso di elevazione spirituale.

domenica 15 aprile 2018

Et in Arcadia Ego e Tego Arcana Dei.

La prima citazione di "Et in Arcadia Ego" è presente nel carme di Ausonio (IV sec dC): "(...) farò fra questi rustici la sepoltura tua famosa e celebre. Et da' monti Thoscani et da' Ligustici verran Pastori (...) Et in Arcadia Ego".
Dai monti Toscani (e Liguri?) proviene la discendenza della consorteria sacerdotale edomita dei Mi Beth El (traduzione letterale "dalla Casa del Signore") di Giacomo di Alfeo, deportati dopo la distruzione del secondo Tempio di Gerusalemme da Tito nel 70 dC.

Significato segreto per le frasi di Et in Arcadia Ego e I Tego Arcana Dei.
di Matteo Bernecoli


Le due frasi diverse, Et in Arcadia Ego, e I Tego Arcana Dei, potevano contenere una potente comprensione nella ricerca dell'uomo di saggezza.
“Nascondo i Segreti di Dio.”
Tego Arcana Dei insieme a Et in Arcadia Ego, può avvisare il lettore di quale azione deve essere intrapresa per poter entrare in "Arcadia" (stato dell'essere o luogo).
Il processo di cambiamento usato per rivelare il messaggio nascosto (attraverso l'uso dell'anagramma), potrebbe suggerire e condividere questa saggezza. Potrebbe essere la necessità di un cambiamento interiore. L'azione essenziale del cambiamento nasconde i segreti di Dio.

Questo cambiamento è "come una morte del tuo sé presente". Il sé contiene tutti gli elementi, come gli anagrammi contengono tutte le lettere, ma ha bisogno di "cambiato" o "realizzato". E la tomba rappresenta questo? Rappresenta il cambiamento nel cuore?
Poiché i personaggi del dipinto si posarono sulla tomba e si riflettevano sul significato, si potrebbe dire che realizzarono che l'azione richiesta dall'uomo (loro stessi) per entrare in "Arcadia" è un cambiamento o consapevolezza spirituale. È fondamentale e deve essere ricercato. Amare Dio con tutto il tuo cuore
Solo su questo cambiamento, puo 'in Arcadia che vado'.
L’uso dell'anagramma è la trasposizione di lettere e accenni al livello segreto di comprensione per le frasi Et in Arcadia Ego e I Tego Arcana Dei.
Nascondere i Segreti di Dio sta confermando la trasformazione necessaria in un uomo; il cambiamento del cuore di un uomo, una rinascita o morte alla vita.
Questo punto di "morte" (forse la ragione per la tomba (cuore?)) Potrebbe essere inteso per nascondere i segreti di Dio.
Questo stesso concetto è offerto nelle parole, Eadem Mutate Resurgo; Sebbene sia cambiato, sorgerò lo stesso. Trasmette lo stesso messaggio esattamente come un anagramma che comprende le "stesse lettere" ma è "cambiato" (in un ordine diverso). Attraverso questo processo di cambiamento / crescita, l'uomo scopre. Curiosamente, la frase Eadem Mutate Resurgo si trova in un altro puzzle in cerca del Santo Graal. Quel libro si chiama The Ultimate Quest.
Si può aggiungere che il secondo enigma della serie Maranatha, intitolato Maranatha, I Tego Arcana Dei, aveva una copertina del libro verde. Il verde ha rappresentato "nuovo" o "cambiato" da migliaia di anni. Sembrerebbe possibile che almeno una parte del motivo dell'inclusione delle enigmatiche frasi di Et in Arcadia Ego e I Tego Arcana Dei come sottotitoli, potrebbe essere stato suggerire l'azione richiesta dal ricercatore per la Chiave e il Graal.
Lo stesso si potrebbe dire per il motivo per cui è stato il primo e mai usato.
L'uso misterioso di Et in Arcadia Ego che circonda il mistero di Rennes potrebbe essere visto per rivelare la stessa saggezza.

martedì 30 gennaio 2018

Il Grande Stabilimento di Manoscritti di Rosslyn

Di Guillame Beaujeau
Uno dei tesori della Libreria Nazionale di Scozia è il manoscritto realizzato a Rosslyn nel 1456 circa. Secondo quanto riportato sullo stesso, Gilbert Hay, cavaliere, ne effettuò la traduzione e produsse le 3 parti a forma di portafoglio seguendo le istruzioni di William Sanctclare di Rosslyn. Un piccolo riquadro (Patricus Lowes Me Ligavit), unito al nastro di pelle, indica che il rilegatore fu Patrick de Lowis, un cittadino di Rosslyn che morì nel 1466. Quel nastro di pelle, finemente lavorato, è riconosciuto come il più importante esempio del suo genere nelle Isole Britanniche. Questo è solo uno dei molti manoscritti conosciuti ad essere associati a Rosslyn. I fabbricanti di carta, traduttori ed amanuensi facevano certamente parte dello stabilimento annesso alla grande libreria di Rosslyn Castle saccheggiata nel 17° secolo. Grazie alla traduzione e riproduzione di questi si pensa che Rosslyn poteva essere collegata con Anju in Francia (alcuni dei lavori prodotti a Rosslyn si sa che hanno avuto origine là).
5 manoscritti ricollegabili a St. Clair sono nella Libreria Nazionale di Scozia e ciascuno porta una o più firme sue. Uno di questi è un gigantesco compendio di 1000 pagine scritte a mano principalmente da James Mangnet nel 1488 circa. Commissionato da William St. Clair, che dall’intestazione risulta essere il primo proprietario, esso contiene Leggi della Corporazione, Leggi Forestali nonché Leggi e Costumi dei Maestri d’Ascia. Tutte norme vitali per le Corporazioni Operative Scozzesi! Un lavoro necessario anche per le indicazioni legali dei loro patroni, protettori ed arbitri ereditari: i St. Clairs di Rosslyn. 
Questo scritto è la traduzione di una parte del libro sottostante, acquistabile, in inglese, presso lo store della Cappella di Rosslyn.

sabato 20 gennaio 2018

I Templari sono nati in Italia

“La storiografia ufficiale sui Templari afferma da sempre che il primo Gran Maestro dell'Ordine, Hugues de Payns, avesse origini francesi (...), ma esistono fonti storiche certe che avvalorino tale comune convinzione? La versione originale di: "Historia rerum in partibus transmarinis gestarum" di Guglielmo di Tiro, libro 12, Capitolo 7, fa riferimento al: "viri venerabilis, Hugo de Paganis" e non a Hugo de Payns. Nel Medioevo era molto frequente l'uso della y al posto della "i". Pains era anche un errore comunemente commesso nella trascrizione del termine pisano (...) "A scrivere la storia sono i popoli vincenti, sicché ai perdenti non resta altro che tramandare la loro verità con il velato linguaggio dei simboli o sussurrandolo all'orecchio di persone fidate (...) La storia è spesso usata come strumento di propaganda del sistema dominante allo scopo di cancellare ogni scomoda realtà contraria al suo potere (...)" Chi fu quindi il primo Gran Maestro dei Templari? Quale fu il contesto storico, spirituale, misterico che condusse alla formazione dell'Ordine Templare? Il libro di Massimo Agostini: "Et in Arcadia Ego: i miti dei Popoli del Mare" Tipheret Editore, attraverso alcuni documenti ritrovati nell'archivio segreto di una nobile famiglia Toscana, fornisce interessanti ipotesi e verità sull'origine italiana dell'Ordine dei Cavalieri Templari. Ugo de Pagani EMI(u)raici di Pisa (... m 1136) dell'antica famiglia etrusca dei Venulei, viene indicato come primo Gran Maestro dei Templari. La Repubblica marinara di Pisa ebbe un ruolo fondamentale nelle Crociate, fornendo uomini e mezzi. Nota agli storici locali l'importate presenza a Pisa di un Priorato dell'Ordine dei Cavalieri di San Giovanni e dei Templari. Centro culturale del mondo ebraico, Pisa, attraverso i mercanti ebrei divenne il fulcro di scambi culturali, con la riscoperta di antiche tradizioni religiose impregnate dei segreti del Tempio di Gerusalemme. La nobile famiglia dei Pagano Emb(u)riaci, imparentata con importanti famiglie normanne, discendeva dagli Esilarchi, ovvero i discendenti della stirpe davidica in esilio, e per questo depositati di un'antica conoscenza!

domenica 7 gennaio 2018

Il segreto iniziatico nella via del cuore


Nel mondo iniziatico si sente spesso affermare che la verità non è rivelabile, ed è così: come spiegare le proprie esperienze interiori, come far comprendere agli altri un vissuto che non gli appartiene.
Ognuno vive la solitudine del proprio divenire pur condividendo con altri, emozioni, amori, esperienze quotidiane di vita. L’unico amico che ci è concesso di conoscere è infatti lo specchio della nostra essenza con la quale ci troviamo, se osservatori attenti, ad un confronto serrato unico,
assoluto, universale.
Nessun essere che è altro da noi, per quanto amato e caro, potrà mai comprendere la nostra sensibilità, i nostri più nascosti pensieri, le nostre emozioni, desideri, conoscenze.
Viviamo con gli altri, ma alla fine ognuno si ritrova solo con se stesso, una solitudine che sembra appartenere a chi ama e fortemente sente l’immensità dell’anima, divenendo buona amica per chi, dotato di sensibilità, cerca di vivere consapevolmente l’esperienza interiore delle proprie emozioni.
Riflettere su se stessi, la pratica del silenzio, il simbolico abbandono dei “metalli”, ovvero del materialismo inteso come inconsapevole vissuto di ogni quotidiano divenire; costituiscono in questo percorso le fasi simboliche di un costante, duro, intimo, lavoro personale, senza limiti e confini, guidato esclusivamente dal proprio solitario rapporto evocativo con gli antichi e misterici insegnamenti, con il simbolismo di un Tempio e, se si è fortunati, con gli stimoli di pochi illuminanti Maestri.
Il viaggio iniziatico è un viaggio di purificazione durante il quale ci si deve liberare delle parti più negative del sé. L’impulso negativo si presenta come forza autonoma sotto le sembianze di un animale terribile. Il neofita deve impegnare una dura lotta con questa forza antagonista che tende ad uccidere la sua anima. Scopo dell’iniziato non è però di uccidere la bestia, ma piuttosto di sottometterla.
L’anima nera spesso spaventa e per questo evitiamo di guardarla nella sua vera essenza e se potessimo vorremmo anche ucciderla.
Antichi rituali parlano di: Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem (Veram Medicinam) e il rettificare corrisponde all’incontro con la propria essenza più negativa (la bestia, l’anima nera) non per ucciderla, ma per conoscerne tutta la sua potenza, e se ci riesce, usandola
per trovare la propria luce più splendente.

Chi percorre le strade della conoscenza iniziatica si ritrova quindi inevitabilmente a “fare i conti” con la natura duale della propria essenza, vivendo il contrasto cromatico tra il bianco ed il nero della propria intima natura, attraverso lo strumento che i massoni indicano come V\I.\T\R\I\O\L\, ovvero in un processo di intima conoscenza del proprio Sé (Visita Interiora Terrae) per comprendere che è possibile divenire osservatore distaccato e padrone della propria natura (Rectificando), allo stesso modo dell’auriga platonico che governa le opposte nature dei suoi due cavalli (espressione del dualismo dell’anima) per raggiungere l’iperuranio, fonte di ogni illuminata realizzazione (Invenies Occultum Lapidem).
Il nostro operare nella vita dovrebbe essere perciò scevro da verità rivelate, presupposto di ogni possibile pregiudizio, ma bensì essere caratterizzato da percorsi, intimi, personali, esclusivi, di consapevolezza; una consapevolezza che non può essere frutto di insegnamenti più o meno dotti o di erudite cognizioni, trovando più sicuro alimento proprio in quell’intima esperienza di analisi, e nel personale confronto con la propria e altrui essenza.
Se hai dubbi, studia, dopo lo studio medita, formula asserzioni, cerca conferme, dubita ancora”, raccomandava ai fratelli uno dei miei più cari Maestri di Alchimia Spirituale, Bernardo Shin, al secolo Giordano Bruno Galli.
L’essenza di un percorso iniziatico impone quindi dubbi e domande continue, alle quali nessuno potrà mai dare risposte nella ricerca della Verità, essendo ogni verità posta nel cuore di ogni uomo “libero e di buoni costumi”.
In tutte le tradizioni iniziatiche il cuore è infatti il centro spirituale dell’individuo, ovvero il luogo mistico dell’ascolto e dell’incontro con la propria energia potenziale, fonte primaria di Verità. Giustizia e Amore.

Anche per la Bibbia il cuore è una realtà più ampia, che include tutte le forme della vita intellettiva, tutto il mondo degli affetti e delle emozioni, nonché la sfera dell’inconscio in cui affondano le radici di tutte le attività dello spirito.
Per gli Ebrei, il cuore è considerato la sede del potere insito nella prima lettera dell’alfabeto, Alef, che nella ghimatriah cabalistica ha il valorenumerico di trentadue (due lettere Yud contrapposte e in mezzo due lettere Vev) corrispondente alla parola ebraica Lev, che appunto significa cuore.
Il cuore, al pari della lettera Alef, è perciò espressione della Luce divina, e strumento di unione tra macrocosmo e microcosmo, tra coscienza umana e divina, tra finito e infinito; tra Sé inferiore e Sé superiore; tra l’essenza caotica e torbida dell’inconscio e il mondo della “coscienza rivelata”.
Quindi la scintilla di verità è nel cuore e il cuore, sede di Verità e Giustizia, rappresenta lo strumento iniziatico per la propria compiutezza.
Per colui che ricerca questa Verità iniziatica è inevitabile incontrare ostacoli e difficoltà, dovendo sperimentare l’incontro con la propria essenza più oscura, quell’anima nera che, come belva vorace, è capace di divorare ogni anelito di realizzazione nella Luce.
Specchiarsi nel proprio Sé più bestiale, prendere coscienza del demone insito nel proprio essere, rappresenta la parte più terrificante e angosciante del sogno iniziatico.
Il bene e il male, nella loro suprema potenza inconscia, emergono in un terrificante contrasto di forze che si materializzano nei peggiori pensieri o nella più luminosa gioia.
La manifestazione è spesso il frutto del nostro pensiero, l’archetipo ha in sé il tutto e sta all’uomo sapersi unire al dolore o alla gioia e scoprire forse che entrambe non esistono se non come frutto del pensiero.
Un cammino che per alcuni può proseguire verso più elevati livelli di giustizia ed equilibrio, attraverso un percorso di consapevolezza interiore, che assume la valenza di una conoscenza superiore, dove forza e bellezza trovano giusta sintesi nella sapienza iniziatica di colui che tutto vede.
Tale processo iniziatico lo ritroviamo simbolicamente espresso in molti simboli del tempio massonico, non solo nel pavimento a scacchi bianchi e neri, ma anche nella Luna (Iside) e nel Sole (Osiride) che, posti ai lati del triangolo divino, e dietro allo scranno del Maestro Venerabile, donando a quest’ultimo l’immagine di colui tutto vede, con un richiamo all’antica sapienza egizia, che indicava nell’occhio di Osiride resuscitato in Horus, il magico connubio degli opposti.

L’uomo che ha in sé equilibrio e giustizia è solo colui che non si fa sopraffare dai demoni del proprio inconscio poiché ha infatti compreso, non solo come domare il drago interiore, ma bensì come sfruttarne la potenza distruttrice per raggiungere le acque cristalline della realizzazione.
In questi passaggi è forte il messaggio che la rivelazione divina è in noi e non fuori di noi. Solo una ricerca attenta della nostra essenza più intima, valicando il velo dell’inconscio, consente all’uomo libero di accedere alle stanze segrete di ogni magica rivelazione.
La conoscenza conduce inevitabilmente a comprendere che l’essenza del viaggio ha in sé il principio della libertà, di un sentire scevro da ogni dogmatica e fideistica interpretazione, e quindi da pregiudizi e condizionamenti, al fine di sottrarre il proprio io al grigiore del volgo pensante, potendo interrompere circonvoluzioni mentali che nulla hanno a che vedere con lo scopo della nostra sacra vita.
Il sentiero iniziatico, nella consapevolezza del saggio, non può che fondarsi nei principi di tolleranza e fratellanza, affinché anche chi è diverso da noi non assuma l’aspetto del selvaggio, ma al contrario diventi ricchezza inesauribile per la nostra realizzazione.
Nello spirito di per questo sentire ringrazio fraternamente per lo spazio concessomi nella vostra prestigiosa rivista.



articolo di Massimo Agostini pubblicato sulla rivista