René Guenon afferma che "ADAM, il nome Adam significa letteralmente = ROSSO = e questo è uno degli indizi del collegamento della tradizione ebraica con quella atlantidea, che fu la - TRADIZIONE DELLA RAZZA ROSSA - (Forme 1970, 43). Se si riferisce specificamente il nome Adam alla - tradizione della razza rossa -, questa corrisponde alla terra, fra gli elementi, così come, fra i punti cardinali, è correlazione con l'Occidente (...)"
Il rutilismo (chiamato anche gene normanno) è la caratteristica delle persone che hanno capelli rossi, vermigli, biondo ramato e albini, causato da " (...) l'ormone stimolatore di melanociti (MSH) e le endorfine. I melanociti, le cellule che producono il pigmento della pelle e dei capelli, usano l'MC1R che in questi soggetti è mutato, per riconoscere e rispondere al MSH dalla ghiandola pituitaria anteriore".
Se si consultassero i testi dei prof.ri Raphael Patai (1910-1996) e Robert von Ranke Graves (1895-1985), si potrebbe scoprire che sostenevano in “Hebrew Myths" (pubblicata da Doubleday & Co nel 1964) un’origine Edomita degli Alfei, osservando la somiglianza dell'onomastica edomita degli alufim e dei capi della tribù di Giuda. (Agostino Agostini)
Nei secoli passati illustri eruditi (fino all'inizio del novecento) si dedicarono all’analisi delle suggestioni della discendenza dei Pelasgi Alfei (i pisani), da Giacomo d'Alfeo.
L'affermazione di René Guenon trova nella ricerca di Massimo Agostini, ET IN ARCADIA EGO: I MITI DEI POPOLI DEL MARE, Tipheret Editore, un'analisi storico, simbolica, esoterica che conduce il lettore a penetrare antichi misteri iniziatici.
Si riporano di seguito qalcuni brani (da pag. 72 pag. 112) del libro nei quali si seguono le perdute tracce della stirpe dei figli del Signore dai rossi capelli.
Gli Hyksos e il
culto del dio Serpente Seth
Anche
i re Hyksos della XV dinastia, al pari dei successivi faraoni della XIX
dinastia, scelsero, con il nome Apophis, il simbolo del potere del Serpente: il
temibile mostro che nelle acque dell’Oltretomba minacciava il Sole (Ra) nel
suo percorso notturno di rinascita.
Gli
Hyksos, ma con essi anche gli Shardana, e lo stesso Mosè, ebbero un
legame di grande devozione nei confronti del Serpente, tanto da assumerlo come
simulacro nell’avventura dell’Esodo verso la Terra Promessa.
Gli
Hyksos provenendo dalla terra di Canaan condussero in Egitto degli Dèi di
quella terra che, sebbene chiamati in modo diverso, presentavano attributi
simili ad alcune divinità egizie.
In
alcuni periodi dinastici l’immagine del Dio Seth era peraltro associata a
quella di Apophis, vedendo nel Serpente dell’Oltretomba lo strumento salvifico
della “resurrezione” del Dio Atum-Ra, poiché, dopo averlo divorato nella
“Camera del Crepuscolo”, lo risputava purificato dalle sue viscere.
Forse fu proprio per queste analogie tra
divinità dai nomi diversi, ma della stessa sostanza spirituale, che gli
Hyksos, una volta insediatisi in Egitto, assunsero come divinità dinastica
Seth, il Dio dai rossi capelli, simbolo della potenza devastante della natura,
della guerra e della violenza, nemico di Osiride; riconoscendo nei suoi poteri
quelli del loro Dio Ba’al-Ba’al zĕbūl e, nei suoi capelli rossi il segno
distintivo dell’antica stirpe dei figli del Signore di Enoc.
Il fatto che nella tradizione egizia le
persone dai capelli rossi fossero considerate come discendenti di Seth,
giustificherebbe la strana circostanza biblica che vede i figli concepiti per
opera del Signore descritti con la caratteristica dei capelli rossi.
La presenza nella Bibbia di figli dai capelli rossi renderebbe plausibile anche l’ipotesi che Abramo fosse in realtà della stirpe di Jafet, identificata proprio dai capelli fulvi, al pari dei ‘Popoli del Mare’.
Il nuovo Seth venne quindi anteposto dagli
Hyksos a tutte le altre divinità del pantheon egizio, raffigurandolo con
abbigliamento e acconciatura simili al Dio Ba’al della terra di Canaan,
riconoscendo in lui gli attributi della divinità babilonese. (…)
Capitolo VIII
La stirpe del signore dai rossi capelli
1. Abramo: il Sacerdote del Tempio della ‘Montagna Sacra’
Dopo il
Diluvio, il segreto concesso con la divina “Benedizione” sembra perdersi nelle
nebbie della “Montagna Sacra”, per poi riapparire ai tempi del patriarca
Abramo, allorché incontrò il “Vecchio della Montagna”, Melchisedek, il
“sacerdote eterno” che, come anima immortale del Dio incarnato, compì su di lui
la sacra cerimonia di investitura.
Abramo sposò la sorellastra Sarai,
figlia di Terach, sommo sacerdote della città di Ur, nella terra dei Sumeri.[1]
(…)
Omissis
2. Isacco: il figlio del Signore della ‘Montagna Sacra’
Sarai era
sterile e, pur di garantire un figlio al suo sposo, concesse ad Abramo di
unirsi con una seconda moglie, la principessa egiziana Agar, che gli diede
come figlio Ismaele.
Qualche
tempo dopo, nel periodo dell’anno in cui si celebrava il raccolto, Abramo vide
davanti alla sua tenda tre uomini e li invitò a riposarsi, diede dell’acqua per
lavarsi i piedi e Sarai preparò loro da mangiare. Dopo essersi riposati, al
momento del congedo, i tre uomini assicurarono che Sarai l’anno successivo
avrebbe avuto un figlio.
L’anno
dopo, a primavera, come annunciato dai tre uomini, Sarai, per volere di Dio e
benedetta da lui, ebbe un figlio al quale diede il nome di Isacco, che
significa “sorriso di Dio”. Dopo quell’atto ierogamico, il Signore Dio
trasformò il nome di Sarai in Sara[2],
elevandola da sacerdotessa del tempio terrestre a quella del “Tempio Celeste”,
avendo generato un figlio del Signore.
(…) Omissis
Abramo, dopo la morte di Sara, ebbe una
terza moglie di nome Ketura, con la quale generò sei figli; uno di questi,
Median, divenne il capostipite di una popolazione di nomadi cammellieri
presenti nel territorio del golfo di Acaba. Da altri figli discesero i Dedaniti
che vivevano a nord oltre il Mar Rosso (cfr. Is 21,13; Ez 27,20). La presenza
della radice ‘DAN’ nel nome dei Dedaniti, porterebbe configurare un possibile
successivo intreccio tra quel popolo, disceso da Abramo, con la stirpe di Dan,
ma anche con gli antichi Shardana.
(…) Omissis
3. Mosè, i Medianiti e il Dio Ba’al
(…)
Omissis
4. Esaù dai rossi capelli: il figlio prediletto di Isacco
Da Abramo
la “Benedizione” passò a Isacco e da questi al figlio Giacobbe che la carpì al
fratello Esaù con l’aiuto della madre Rebecca.
Anche
Rebecca, come sua suocera Sara, era sterile, tanto che Isacco pregò il Signore
perché gli concedesse un figlio, il Signore lo esaudì e la moglie rimase
incinta.
Isacco supplicò il Signore per sua
moglie, perché essa era sterile e il Signore lo esaudì, così che sua moglie
Rebecca divenne incinta. Ora i figli si urtavano nel suo seno ed essa esclamò:
«Se è così, perché questo?» Andò a consultare il Signore. Il Signore le rispose:
«Due nazioni sono nel tuo seno e due popoli dal tuo grembo si disperderanno; un
popolo sarà più forte dell’altro e il maggiore servirà il più piccolo». (Gen.
25, 21-23)
Da
quel miracolo ierogamico nacquero due gemelli che vennero chiamati: Esaù e
Giacobbe.
Il
primogenito Esaù, a differenza del fratello, era irsuto e dai capelli rossi;
crescendo divenne abile nelle armi e nella caccia e per questo prediletto da
Isacco, mentre Rebecca preferiva il secondogenito Giacobbe.
Quando
poi si compì per lei il tempo di partorire, ecco due gemelli erano nel suo
grembo. Uscì il primo, rossiccio e tutto come un mantello di pelo, e fu
chiamato Esaù. (Gen. 25, 24-25)
(…) Omissis
5. La ‘Benedizione’ rubata
(…)
Omissis
6. Le dodici tribù di Israele: Ruben il figlio del Signore dai capelli rossi
Dai figli
di Giacobbe nacquero le dodici tribù di Israele. Il primogenito di Giacobbe fu
Ruben, anche lui come Esaù dai rossi capelli,[1] figlio
di Lia e concepito, come nel caso della suocera Rebecca, per opera del Signore,
che le aprì il grembo.
Ruben
fu un tipo focoso che perdette il diritto alla primogenitura per aver giaciuto
con Bila, la concubina di suo padre; da Bila nacquero due figli chiamati Dan e
Nèftali (forse figli dello stesso Ruben?).
Ruben, tu sei il mio primogenito,
il mio vigore e la primizia della mia virilità, esuberante in fierezza ed
esuberante in forza.
Bollente come l’acqua, tu non avrai
preminenza, perché hai invaso il talamo di tuo padre e hai violato il mio
giaciglio su cui eri salito. (Gen. 49, 3-4)
Fatta
eccezione per Ruben che, come abbiamo visto, fu concepito per opera del
Signore quando aprì il ventre di sua madre, tutti gli altri figli di Lia
furono invece il frutto del seme di Giacobbe che “entrò [più volte] in Lia”
(Giubilei XXVIII, 11 e ss.).
Gli
altri figli di Giacobbe e Lia furono: Simeone, Levi, Giuda, Issachar, Zebulon e
Dina, unica femmina del gruppo.
Giacobbe si congiunse anche con Zilpa,
ancella di Lia, dalla quale ebbe due figli: Gad e Aser.
Ebbe
in moglie anche Rachele che, sebbene sterile, gli diede altri due figli:
Giuseppe e Beniamino, anche questa volta per opera del Signore.
Giacobbe-Lia-Rachele |
Come
abbiamo visto, dall’ancella Bila, concubina di Giacobbe, ma anche oggetto del
desiderio di Ruben, nacque Dan la cui stirpe ebbe il segno distintivo dei
capelli rossi e il simbolo del serpente avvolto a un’asta. Forse è proprio per
questa caratteristica somatica dei discendenti di Dan che ancora oggi Maria
Maddalena, sacerdotessa dell’Ordine di Dan, viene raffigurata con una fluente
chioma rosso rame.
Prima
della sua morte, Giacobbe benedì Dan, dandogli il mandato di proteggere tutte
le tribù di Israele sotto l’emblema del serpente.
Dan tutelerà la sua gente come ogni altra tribù di
Israele. Sia Dan come una serpe sulla strada, una cerasta sulla via, morde il
cavallo nel calcagno e il cavaliere cade all’indietro. Io spero, o Signore, nella
tua salvezza. (Gen. 49.16-18)
Quando venne il tempo dell’Esodo, la tribù
di Dan, alla quale si aggiunsero i guerrieri Shardana, ebbe l’occasione di
onorare la “Benedizione” di Giacobbe andando a costituire la retroguardia delle
tribù in fuga dall’Egitto, adottando come insegna il nachash, un
serpente attorcigliato a un’asta.[2]
7. Giuseppe figlio di Rebecca: sacerdote nel tempio di Heliopolis
Secondo
il racconto biblico, Isacco concesse una seconda “Benedizione” anche a Esaù.
Esaù sposò Giuditta, appartenente al
popolo degli Ittiti della stirpe di Jafet, la stessa dei leggendari “Popoli del
Mare”.
Giovanni Andrea Ansaldo (1584-1638) Esaù e Isacco |
Giacobbe dalla sua seconda moglie Rebecca ebbe come figlio Giuseppe,
che venne venduto come schiavo dai suoi gelosi fratelli, per ritrovarsi poi in
Egitto come potente ministro del faraone. Qui sposò la principessa Asnat,
figlia del sommo sacerdote di Heliopolis.
Come
abbiamo già raccontato, la rapida ascesa dello schiavo Giuseppe all’interno
della corte egiziana contiene tutto il mistero del potere magico concessogli
dal Signore, allorché profetizzò al faraone la terribile carestia che avrebbe
colpito l’Egitto intero. Fu così che Giuseppe divenne un potente ministro del
faraone e sommo sacerdote, noto a tutto il popolo con il nome di Yuya.
Giuseppe,
nella sua qualità di sommo sacerdote, fu probabilmente anche fedele interprete
dello spirito magico della religione egizia, tanto che alla morte del padre,
volle che il corpo di Giacobbe fosse imbalsamato secondo l’usanza rituale di
quella religione.
Allora
Giuseppe si gettò sulla faccia di suo padre, pianse su di lui e lo baciò.
Quindi Giuseppe ordinò ai suoi medici di imbalsamare suo padre. I medici
imbalsamarono Israele e v’impiegarono 40 giorni, perché tanti ne occorrono per
l’imbalsamazione. Gli Egiziani lo piansero 70 giorni. (Gen. 50, 1-3)
Lo
stesso Giuseppe dopo la morte venne imbalsamato affinché potesse completare il
suo viaggio iniziatico nell’Oltretomba per ritrovare il suo Ka e quello
degli antenati.
Giuseppe
morì all’età di centodieci anni; lo imbalsamarono e fu posto in un sarcofago in
Egitto.
(Gen. 50, 26)
(…)
Omissis
mummie di Yuya museo de Il Cairo |
Qualunque
fosse stato il culto di Giuseppe, fu comunque grazie a lui che le “Tavole
Celesti”, chiamate dagli Egizi “Tavole di Thot”, trovarono una sicura custodia
nel Sancta Sanctorum del tempio egizio.
Con
Giuseppe le tribù ebraiche migrate in Egitto trovano terreno fertile per
assumere importanti ruoli sociali e religiosi. Alcuni ricercatori ritengono che
gli Ebrei, grazie a Giuseppe, riuscirono a conquistare il potere regale, come
nel caso del faraone Akenaton, ritenuto figlio di quella stirpe dei re-pastori
giunti secoli prima dalla terra di Canaan.
L’influenza assunta nel tempo dagli Ebrei
nella terra dei faraoni provocò non pochi timori, tanto che, quando nacque
Mosè, il faraone ordinò l’uccisione dei neonati maschi.
(…) Omissis
Secondo
le disposizioni di Mosè, gli Shardana, assieme alla tribù di Dan, andarono a
costituire la retroguardia del popolo in fuga verso la “Terra Promessa” di
Canaan, entrambi accomunati dal simbolo del serpente. Sotto quell’emblema i
discendenti di Dan mantennero la promessa, contenuta nell’antica “Benedizione
di Giacobbe”, di tutelare “la sua gente” e “ogni altra tribù di Israele”.
D’altro canto Mosè, essendo probabilmente
della stirpe degli Hyksos migrata in Egitto, non poteva non riconoscere in
quegli irsuti “Popoli del Mare” dai rossi capelli, l’appartenenza all’antica
stirpe dei figli di Enoc, avendone poi anche conferma nel messaggio che questi
custodivano, tanto da affidargli la protezione dell’intero popolo in marcia
verso la terra di Canaan.
L’esodo di Mosè verso la terra del Signore
Yawheh fu lunghissimo e carico di imprevisti, concludendosi addirittura dopo
quarant’anni di permanenza nel deserto, e senza che Mosè potesse vedere
compiuto il suo sogno poiché la Dea della morte, padrona anche dei sogni, lo
colse prima della conquista della Terra Promessa di Canaan.
Capitolo IX
Il culto degli Dèi nella Terra Promessa
1. Il dualismo degli Dèi
(…) Omissis
2. Ba’al Zəbul,
il Signore dell’Oltretomba
(…) Omissis
3. Lilith: il lato oscuro della Luna
(…) Omissis
4. Seth: figlio di Adamo capostipite della stirpe dei ‘Giusti’
Adamo ebbe tre figli, due dei quali, Abele e Caino,
comunemente noti per la delittuosa vicenda fratricida che determino la morte di
Abele.
Adamo ebbe pero anche un terzo figlio, chiamato Seth,
nato a ‘sua immagine e somiglianza’ (Gen. 5.3).
Giuseppe Flavio, lo storico ebreo-romano, nelle sue “Antichità
Giudaiche”, descrive Seth come un uomo virtuoso che trasmise a suoi discendenti
la conoscenza dei corpi celesti. Questi per evitare che si perdesse la memoria
di quella conoscenza, costruirono due colonne, le “colonne dei figli di Seth”,
su cui erano state poste iscrizioni riportanti le leggi della scienza,
soprattutto riguardanti l’astronomia.
Le due colonne narrate da Giuseppe Flavio potrebbero
avere una valenza simbolica, rappresentando, piu che manufatti in ‘mattoni o in
pietra’, due popoli che, come ‘figli di Seth’, furono eredi della sua
conoscenza divina.
Seth, egli stesso dai capelli rossi, divenne, nella
memoria delle generazioni successive, il Dio dai rossi capelli, venerato dagli
egizi e dagli Hyksos,
Alcuni faraoni arrivarono a testimoniare la loro
devozione al Dio dai capelli rossi, assumendo, al momento dell’investitura
regale il nome ‘Seti’, che significa: ‘figlio di Seth’.
Nella tradizione ebraica Seth e considerato il
progenitore di Noe e la Zoar lo definisce il capostipite di tutte le
generazione degli Zaddiq: un titolo ebraico che designava i ‘Giusti’.
A quanto pare vi sono parole e nomi che segnano il fluire
di una storia, dominandola con la loro costante, presenza, cosi sembra essere
anche questa storia, dove alcuni nomi o aggettivi mostravano di volere
condizionare il suo proseguo.
La ricerca infatti di una possibile verità sulla nebulosa
storia degli Shar Dan, i Judike della Sardegna, condotta anche attraverso la
Bibbia, appare segnata dal frequente ritorno di alcuni termini, come nel caso
di ‘Giudice’, Seth, Serpente, spesso associati fra loro.
I documenti inviati al mio indirizzo di posta
elettronica, gli appunti riportati dalla Scozia e lo studio sull’antica
religione, stavano quindi fornendo, proprio con il ripetersi di questi nomi,
alcune conferme.
Era ormai sufficientemente chiaro che al centro della
difficile questione su chi fosse il vero fondatore dei Templari, esisteva un
sottile filo conduttore in grado di sciogliere l’intricata trama di una storia
volutamente oscurata dagli uomini.
Il sottile filo era costituito proprio da quelle parole
chiave, che, sembravano segnare il destino della mia ricerca.
Il titolo di ‘Giudice’ nelle sue varie accezioni: Zaddiq,
Nasi, Nazareno, Maestro ma anche Judikes. o Dan, appariva ormai un’importante
traccia, che forse mi avrebbe condotto a una possibile verità.
5. Il giglio e il serpente: simboli di una sacra stirpe
(…) Omissis
[2] Sara è un nome di origine biblica che deriva dal termine
ebraico Sarah il cui significato è “principessa” o “signora”. Nella tradizione
biblica il nome Saray, il cui significato è “litigiosa”, venne modificato da
Dio in Sarah con il significato, nel contesto iniziatico, di elevazione
spirituale verso la sacralità.
[4] La parola ebraica “serpente” in Genesi 3: 1 è Nachash (dalla
radice Nachash, a brillare), e significa splendente.
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RispondiEliminaInteressante, possiamo quindi dedurre che una larga parte delle popolazioni europee abbiano la loro origine nella terra di Canaan, ed in particolare le popolazioni stanziate nell'odierna Inghilterra...
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