domenica 27 ottobre 2019

Et in Arcadia Ego. Intervista a Massimo Agostini



Massimo Agostini, medico e saggista racconta alcuni aspetti della sua ultima ricerca che ha condotto alla pubblicazione del libro "Et in Arcadia Ego. I miti dei Popoli del Mare" (Tipheret editore) Il saggio di Massimo Agostini, è anche il racconto di un viaggio condotto dall’autore per esplorare i luoghi del mito dell’Arcadia, alla ricerca di documenti e prove sulle tante ipotesi sull'origine dei Templari e del suo primo Gran Maestro. Una ricerca nata da misteriosi documenti ritrovati nell'archivio di una importante famiglia toscana che ha condotto l'autore a svelare suggestive ipotesi sull'origine italiana dei Templari. Il legame di Agostini con il Clan Sinclair, i suoi viaggi in Scozia e nelle isole Orcadi, donano alla ricerca il senso di una conoscenza iniziatica, appartenuta ad antiche nobili famiglie, per essere trasmessa di generazione in generazione. Il libro è rivolto agli uomini del dubbio, non ha nessuna pretesa di verità rivelata, ma semplicemente quella di donare libere intuizioni a chi possiede gli strumenti per progredire nella ricerca.


Raab: la Prostituta Sacra di Gerico

dal Libro: "Et in Arcadia Ego. I miti dei Popoli dei Mari" Tipheret Editore.

Come narra la Bibbia, l’unica superstite alla terribile strage perpetrata dagli Ebrei su quel popolo ormai vinto fu Raab, una prostituta che ebbe il merito della grazia per aver aiutato gli Israeliti, ospitando le spie inviate da Giosuè all’interno della città nemica (Gs. 2, 14-21).

Raab e gli emissari di Giosuè, dipinto anonimo del XVII sec.

La città di Gerico, come l’intera terra di Canaan, viveva nei fasti di una cultura antica carica di conoscenza e i suoi abitanti, abili nella lavorazione del ferro e del vetro, avevano nell’anima la memoria dei sapienti padri dell’antica terra di Sumer.
La classe dominante era rappresentata da una nobiltà militare e mercantile e dai grandi proprietari terrieri, mentre ai margini della città, viveva la popolazione contadina dei villaggi e nuclei di nomadi bellicosi, fra i quali gli Ebrei.
Fino alla scoperta dei testi di Ugarit, la religione di Canaan era conosciuta attraverso i racconti lasciati nella Bibbia dai vincitori di quel popolo, e per questo sicuramente non oggettivi.
Dai testi di Ugarit sono emerse conoscenze un po’ più approfondite sulla religione dei Cananei.

Come abbiamo visto nei capitoli precedenti, la divinità suprema dei Cananei era El, seguita dal Dio Ba’al, personificazione del principio maschile, e dalla sua sposa Astarte, forza vitale femminile e “Regina del Cielo”, e il loro sessuale amplesso era ritenuto il fondamento del ciclico rinnovarsi della natura cosmica.
Baal, XIV-XII secolo a.C. Ugarit
Musée du Louvre .
Figurina di Astarte
 
Museo del Louvre

Ba’al era venerato anche in Egitto nel culto di Menphis con il nome Ba’al Tsefon (Ba’al Zəbûl).
Nei santuari più importanti dedicati alla Dea Astarte si celebravano i riti sessuali volti all’armonia degli opposti, attraverso la mediazione sacerdotale delle sacre prostitute della Dea.
L’apice cerimoniale del culto della Dea Astarte era costituito dalla sacra unione sessuale tra il re e la sacerdotessa del tempio discendente da una nobile stirpe che, immedesimati nel corrispettivi divini, donavano nuova armonia alle forze della natura.
Raab, la donna di Gerico, graziata da Giosuè, più che la meretrice di una città depravata e corrotta, come descritta dalla Bibbia, poteva quindi essere una principessa e sacerdotessa addetta al culto della Dea e, come tale, iniziata ai più alti misteri per la celebrazione del sacro rito della ierogamia.
Fu probabilmente per quella principesca sacralità sacerdotale, dalla quale peraltro scaturì la stirpe davidica, ma forse anche per il luminoso fascino donato dai suoi fluenti capelli biondo-rame, tipico degli eletti del Signore, a far riconoscere in Raab il marchio di un destino scritto nelle “Tavole Celesti” e che la Bibbia non ha voluto svelare.
Dopo la caduta di Gerico, Raab venne accolta dal popolo ebraico come figlia di Israele, divenendo la sacra sposa di Salomon col quale concepì il figlio Boaz che sposò poi Rut; da questomatrimonio nacque Obdet che generò il padre di Davide, dando origine alla stirpe di Gesù (Mt. 1).
La sacerdotessa di Gerico si colloca quindi sulla linea diretta della discendenza di Gesù, il Messia atteso dal popolo d’Israele: un evento sicuramente singolare e degno di riflessione.
La nobiltà di sangue era infatti requisito essenziale per essere iniziati ai misteri del tempio, condizione ancor più valida per Raab essendo destinata a essere la “Grande Madre” di una sacra e nobile dinastia quale quella di Davide.
Non avrebbe avuto altro senso rimarcare nella Bibbia l’episodio di una prostituta come unica superstite dell’eccidio di Gerico, se non quello appunto di indicare Raab come la “Sacra Donna, eletta del Signore” che, alla stregua di tante Dee, consentì alla stirpe divina di mantenere il suo spirito sulla Terra.