martedì 30 aprile 2019

Sant’Antonio Abate e i monaci ospitalieri del Tau

S. Antonio Abate nacque nel 251 d. C. a Coma, l’attuale Qumans, una piccola cittadina situata nel cuore dell’Egitto. La vita del santo è accuratamente descritta e diffusa nella Vita Antonii a partire dal 357 circa, da Atanasio, vescovo di Alessandria d’Egitto.
Fondatore del monachesimo anacoreta (tipico dei monaci che vivono in isolamento dedicandosi alla preghiera e alla contemplazione), durante la sua lunga vita fu tentato e percosso dal demonio, ma riuscì sempre ad uscirne vittorioso e rafforzato nello spirito.
Nel periodo medievale, il culto di Sant’Antonio fu reso popolare soprattutto per opera dell’ordine degli Ospedalieri Antoniani, che ne consacrarono altresì la iconografia: essa ritrae il santo ormai avanti negli anni, mentre incede scuotendo un campanello, in compagnia di un maiale, animale dal quale essi ricavavano il grasso per preparare emollienti da spalmare sulle piaghe e dare sollievo agli ammalati. In alcuni casi data la sua abilità nel curare, appunto, il morbo dell’ignis sacer o l’herpes zoster, conosciuto meglio con il nome di fuoco di Sant’Antonio, il santo viene raffigurato con il fuoco ai suoi piedi.
 

Antonio, oltre ad essere un santo capace di sconfiggere il demonio, si dota, durante il Medioevo, di poteri taumaturgici, ovvero di guarigione
 Gli Ospedalieri Antoniani, seguivano come maestro spirituale Antonio.
Il bastone da pellegrino, che termina spesso con una croce a forma di tau di colore rosso e il mantello con lo stesso simbolo cucito, adottato come simboli dagli Antoniani, completano la sua semplice ma decisa iconografia. Più rara è  l’immagine dell’eremita circondato da donne sensuali che rappresentano le tentazioni carnali a cui il santo dovette far fronte nella sua vita.

Il segno del Tau (Tav in ebraico) ha un’origine antichissima, ripresa più volte dalla Bibbia come nel libro della Genesi (4,15), nell’Esodo (12,7), in Giobbe (31, 35), ma soprattutto in Ezechiele (9, 3-4), indicandolo come Sigillo del Signore in grado di donare salvezza.
(...)
Il Segno del Tav corrisponde all’ultima lettera dell’alfabeto ebraico e, per questo, rappresenta la totalità delle cose create, l’assoluto, la perfezione, che consente al soffio dinamico di Shin di produrre la diversità delle forme, al pari del duo egizio Thot e della sua sposa Maat, regolatori dell’energia del dio serpente Atum.
La Tav, essendo la ventiduesima lettera dell’alfabeto ebraico,  è anche espressione del “Femminino Sacro”, richiamando le 22 Sacre Donne della Bibbia e Maria Maddalena, la prediletta di Gesù, festeggiata, non a caso, il 22 luglio, nel settimo mese dell’anno (22/7).
 I numeri 7 e 22 evocano, secondo Sepher Yetzirah, il “Libro della Formazione”, l’immagine della luna come espressione dell’antica Dea.
  ”Egli fece la lettera tav e la coronò. Con essa formò la Luna, il giorno 7 dell’anno, la bocca dell’anima”.
La lettera Tav è formata combinando le lettere Dalet e Nun che insieme formano la parola Dan, con il doppio significato di Giudice e Serpente.
Dan fu una delle dodici tribù di Israele che Mosè pose a retroguardia del popolo di Israele in fuga dall’Egitto per proteggerlo e curare i malati.
L’emblema della tribù era infatti costituito da un serpente avvolto a un’asta a forma di Tau.”
(Il simbolismo del Tau è tratto dal libro: “Et in Arcadia Ego. I miri dei Popoli del Mare, Tipheret editore).

Antonio, dal greco Αντώνης (Antōnīs), Αντώνιος (Antōnios) significa proprio chi fa fronte ai suoi avversari.
Secondo altri Antonio deriva da ana, che vuol dire in alto, e tenens, “che tiene”, come a dire “colui che possiede le cose celesti e che disprezza quelle terrene”.
Riporto di seguito alcunidetti attribuiti a Sant’Antonio tratti dalla “Leggenda Aurea” di Jacopo da Varazze:
- Se volessimo andare oltre misura, ben presto ci spezzeremmo; per questo ogni tanto occorre allentare il rigore della nostra vita.
- Non credere infallibile la tua giustizia; modera la tua gola e la tua lingua; non rimpiangere le cose passate.
- Quelli che rinunciano al mondo e vogliono avere del denaro sono attaccati e fatti a pezzi dai demoni
- Chi sta in solitudine sfugge a tre nemici l’udito, la parola è la vista. Non gliene resta che uno da combattere: il cuore.

Bibliografia
Massimo Agostini, “Et in Arcadia Ego. I miti dei Popoli del Mare”, Tipheret editore 2017.
Iacopo da Varazze, “Leggenda Aure”, Einaudi editore.
George Lahy, “L’alfabeto ebraico. I ventidue arcani della Qabalah”, 2008.
https://taucommunity.it/category/il-tau-di-santantonio-abate
http://www.cultora.it/art-pills-domenico-morelli-la-pittura-mistica-religiosa/amp/

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