venerdì 27 ottobre 2017

L'ARCADIA DI ALGIDO TRICOLONIO messaggi dal passato


MESSAGGI DAL PASSATO 
Dopo i misteriosi messaggi che animarono le ricerche di Massimo Agostini nel libro “Et in Arcadia Ego: i miti dei Popoli del Mare”, ecco rifarsi vivo il misterioso Algido Tricolonio, Pastore d’Arcadia.

“Carissimo Massimo, 
I "pastori" Alfei (pisani) erano (o credevano di essere) pastori "d'Arcadia". E perché? 
Erodoto, scrive che le figlie di Danao portarono i misteri di Demetra-Iside in Grecia e li insegnarono alle donne dei Pelasgi (i pisani secondo tutte le tradizioni degli eruditi di Pisa): "(..) questi riti furono conservati solo presso gli Arcadi della tribù d'Alfeo".

I pastori d'Arcadia erano (o immaginavano di essere) anche i custodi della tradizione isiaca: questo è un punto decisivo per capire la ragione per cui tutti questi intellettuali si siano messi a "pastorellare" fino ad inizio novecento.

Il racconto di Erodoto, messo in scena anche da Eschilo nella trilogia delle Danaidi, è uno strano fil rouge che collega gli Arcadi della tribù d'Alfeo con quello "graaliano" attraverso la tribù di Dan ed il suo presunto legame con la dinastia dei Merovingi.

Cosa lega gli Alfei (i Pisani) alla stirpe davidica? Questo era il quesito (secondo me) dei "pastori" d'Arcadia.

Come hai scritto nel tuo libro, la diaspora di alcune tribù ebraiche iniziò già ai tempi della conquista di Canaan, come nel caso dei Shardana - Shar-dan(Principi di Dan o Popolo del Mare).
Etruschi e Shardana erano alleati e affratellati, non a caso i secondi concessero territori ai primi.
Forti erano i legami tra famiglie Etrusche e Sarde.
Se è vero che Maria Maddalena era sacerdotessa di Dan, come da te scritto, facile pensare che vi fossero rapporti con Shardana ed Etruschi.
E' quindi abbastanza evidente che ci potessero essere rapporti tra Sardi ed Etruschi ovvero dei "Shar-Dan" e degli "Alfei-Pisani" in special modo in un approdo continentale così rilevante come il porto pisano.

Giacomo d'Alfeo fu il primo vescovo della chiesa di Cristo aGerusalemme. Giacomo d'Alfeo, come dice il nome, era figlio di Alfeo, fratello di San Giuseppe ed era figlio di Maria di Clèofa (che poi è una translitterazione di Alfeo). Maria di Cléofa era una delle "Tre Marie".
Nella tradizione cristiana ufficiale Giacomo era figlio di Alfeo, quindi "cugino" di Gesù di Giuseppe.

Secondo le tradizioni che accettano una "non perenne verginità di Maria", madre di Gesù, essa sarebbe Maria di Cléofa, cioè Maria di Alfeo, avendo sposato in seconde nozze, come da tradizione, il fratello di Giuseppe: Alfeo.
E da Alfeo, avrebbe avuto come figlio appunto Giacomo il Giusto, "fratello" e non solo "cugino" di Gesù.

Quindi cosa "pastorellavano" fino a inizio novecento questi Alfei d'Arcadia?
Cercavano di legare la "leggenda" di Pisa Alfea alla consorteria sacerdotale Edomita ("Vermiglia") dei Mi Beth EL (traduzione letterale dall'ebraico è "dalla Casa del Signore") ovvero a trovare il legame tra le famiglie sacerdotali pagane (come i pisani Venulei) e le prime comunità giudeo-cristiane della "chiesa di San Giacomo e della "chiesa di San Pietro" che poi confluirono nella "chiesa di San Paolo", aperta ai pagani e degidaizzata dopo il noto incendio di Roma del 64 dC.
Grazie per aver aperta la strada ai miei documenti
A presto
Con affetto fraterno
Algido Tricolonio: il Pastore d’Arcadia

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