martedì 13 marzo 2012

Il Sacro Bosco di Bomarzo: via iniziatica e tempio alla Virtù

Bomarzo, in provincia di Viterbo, è situata tra le pendici nord-orientali dei Monti Cimini e l'ampia vallata del Tevere, in un territorio ancor oggi incontaminato e ricco di vegetazione; è conosciuta per la presenza nel suo territorio del "Parco dei Mostri" definito anche "Sacro Bosco".


Cedan Memphi e quant'altra meraviglia ch'ebbe già il mondo
 in pregio al Sacro Bosco che sol a se stesso e  a null'altro assomiglia. 
O
Il Giardino non teme confronti con alcuna meraviglia del passato ed accoglie il visitatore con questa iscrizione, per introdurlo in un percorso sorprendente e profondo.
Il Sacro Bosco è situato nella Villa delle Meraviglie, sorta nel 1552 per volontà del Principe Pier Francesco Orsini detto Vicino, che volle dedicarla alla memoria della moglie Giulia Farnese.
A un chilometro circa dal piccolo paese di Bomarzo un paesaggio a terrazzamenti naturali accoglie, immerse nella ricca e selvaggia vegetazione, un inquietante rincorrersi di gigantesche e lussureggianti sculture, originali nella disposizione e nelle dimensioni.
Il progetto del grande architetto Pirro Ligorio, che dopo la morte di Michelangelo fu chiamato a lavorare in San Pietro, si ispirò all'idea dell'amore imperituro. 
Unendo miti di varie culture, realizzò un percorso iniziatico per condurre l'adepto al punto di congiunzione tra cielo e terra, morte e rinascita. 
Varcato l'arco merlato d'ingresso al giardino, il visitatore, per nulla presago di ciò che l'attende, viene immerso in un mondo fantastico popolato da sfingi, elefanti, mostri giganteschi, draghi,orchi, che incutono timore e sorpresa.

Il Sacro Bosco di Bomarzo
LE SFINGI

di Massimo Agostini




Appena entrato nel parco il visitatore incontra le sfingi, simboli sacri della sapienza esoterica: terribili guardiani della soglia proibita posta al confine tra i mondi.

Esse vegliano sull'eterno divenire  dall'origine del tutto, quando dall'uno indifferenziato sorse la collina primordiale e su di essa spuntò l'albero della vita.

La fierezza dello sguardo imperscrutabile è l'espressione della soddisfatta certezza di chi è appagato dalla conoscenza della verità assoluta, ma la posizione accasciata sulla pietra, a cui le sfingi aderiscono con tutto il  corpo, è monito dell'attaccamento del corpo fisico alla terra, della necessità di liberarsi dai pesanti metalli del mondo profano.  
E' tradizione considerare la sfinge anche come simbolo di un enigma e il richiamo al mito di Edipo è inevitabile. Il leone dal viso di donna pone domande all'adepto per saggiarne la preparazione.

Luoghi del Mistero
Il Sacro Bosco di Bomarzo
Saturno - Giano - Fauno - Evandro

Non a caso dopo le sfingi si incontra Saturno che volle detronizzare il padre Urano, quasi precursore del mito di Edipo che uccise il padre e sposò la madre Giocasta. Spesso associato a Giano, Saturno richiama l'Età dell'Oro: eroe positivo e maestro di civiltà che, rubando segreti agli dei, insegna agli uomini la coltivazione dei campi. Così il rimando a Prometeo e al dio Thot egizio unifica in un originale sincretismo mitologico le rappresentazioni immaginifiche delle culture che ci hanno preceduto.

Giano, il re che accolse Saturno a Roma, simbolo bifronte dell'ambiguità, rappresenta al contempo la giustizia e l'arte di sottrarsi ad essa. Come nell'Arte Sacra, l'Alchimia, il dualismo tra bene e male ingenera l'embrione nell'uovo alchemico, l'Androgino, simbolo dell'inevitabile doppiezza umana, di colui che sa e dell'astuzia che adopera per sfuggire alla propria rettifica. Colui che sceglie la via dei metalli e la pesantezza del piombo segue la strada del Fauno. Colui che invece persegue con rigore l'opera ottiene l'Evandro.


La triplice Ecate dea dei crocicchi, insieme divinità dei parti e dei fantasmi, ambiguamente presiede alla morte, spettro triforme che unisce i tre momenti dell'esistenza: nascita, vita, morte.

Luoghi del mistero
Il Sacro Bosco di Bomarzo
Proteo-Glauco

La vita comincia nell'acqua e Proteo, figlio di Nettuno, è il Dio che dall'acqua nasce per involarsi ad assumere tutte le forme vitali. Il Proteo del Sacro Bosco è circonfuso da ali di farfalla a simboleggiare il passaggio dall'acqua all'aria.
Passaggio forzato che ogni iniziato deve compiere come Glauco, povero pescatore che bevve una magica pozione. 
La testa del dio proteiforme sorregge il mondo, a sua volta sormontato dal castello degli Orsini, che, gens iniziata, dominano la vita e guidano il percorso di chi ancora deve affrontare la purificazione dell'acqua.

I Luoghi del mistero
Il Sacro Bosco di Bomarzo
Mausoleo

Una tomba accoglie a questo punto il visitatore, sempre più sconcertato. Gli ricorda che il Bosco è un luogo a contatto con i morti, un luogo pericoloso da cui può ancora fuggire. 
Nel blocco di pietra una ninfa addenta una melagrana, fallace simbolo di fertilità. E' un frutto vietato all'iniziato, perché rimanda ai piaceri carnali, al gusto della vita terrena. Aver addentato una melagrana costò a Proserpina la perdita della luce del sole e la condanna alle ombre dell'Ade.
Le Ninfe allevano gli eroi, vivono nelle caverne, ovvero nella parte più recondita e temibile dell'uomo, nel luogo dove morte e rinascita governano il divenire dell'essere iniziato.
Esse assistono quindi la nascita del nuovo eroe. 

 Il Sacro Bosco di Bomarzo
Lotta fra Giganti - Ercole e Caco 

Eccoci giunti  al possente complesso della lotta fra Giganti, tra cui spicca la statua di Ercole che squarcia Caco. 
Siano arrivati, attraverso le asperità e i dislivelli naturali del terreno, ad un punto di grande speranza: nella lotta ciclopica tra il bene e il male, questo può essere sconfitto da un eroe.
Ercole è l'immagine della forza umana che, congiunta con un afflato divino, ha la meglio sulle energie ctonie (Caco): ogni uomo che vuol combattere il male deve avere in sé lo spirito del semidio.
 La collocazione del gruppo marmoreo accanto ad un ruscello indica la necessità della purificazione dell'acqua dopo il contatto con il male.
La strada iniziatica ha condotto il profano a visitare le forze oscure del male poste dentro il sé più intimo.
Visita interiora terrae rettificandoque invenies occultum lapidem (V.I.T.R.I.O.L.) ammonisce un antico motto.
Il sofferto superamento delle prove porta l'eroe all'immortalità. 

Luoghi del mistero
Il Sacro Bosco di Bomarzo
Tartaruga - Donna - Balena

Il gruppo scultoreo consiste in un enorme macigno raffigurante una balena, che ha sopra una tartaruga, il guscio della quale regge la donna alata.
La balena, simulacro di un mostro preistorico come il Leviatano, corrisponde al rito di iniziazione di morte e rinascita: entrare nel ventre del mostro ed uscirne incolumi significa aver superato la prova dell'introspezione (V.I.T.R.I.O.L.).
La tartaruga, simbolo di stabilità e di longevità, con il carapace convesso in superficie e piatto sul ventre, rappresenta l'unione tra la terra e il cielo. Il gruppo scultoreo è infatti il passaggio verso la purificazione dell'aria e la donna alata è l'apice di questa trasformazione. 
Le ali e la lira, ricavata per la prima volta da un guscio di tartaruga, sono inequivocabili simulacri di Ermes, il dio messaggero che metteva in comunicazione gli dei con i mortaliIl gruppo balena - tartaruga - donna è quindi segno di passaggio e di spinta verso l'immortalità.

Luoghi del mistero
Il Sacro Bosco di Bomarzo
Pegaso

Pegaso percuote con lo zoccolo la roccia e ne fa scaturire l'acqua, con le ali s'invola verso il cielo. E' simbolo della passionalità e dell'impetuosità istintiva del cavallo, dominate dalla volontà spirituale dell'uomo rappresentata dalle ali.
E' grazie al cavallo alato, figlio di Gorgone e di  Nettuno, Che Bellerofonte sconfigge la Chimera.
Ancora una volta nel "Bosco Sacro" una statua invoca la necessità di abbandonare il richiamo terreno per mirare all'alto.

Luoghi del mistero
Il Sacro Bosco di BomarzoNinfeo
Nel Ninfeo sono accolte le tre Grazie, sorelle delle Muse, delle Stagioni e delle Ore.
Rappresentazioni della purezza, hanno ai loro piedi due tritoni, due leoni e al loro fianco una fontana con due delfini.
Il Tritone e il Delfino, animali legati all'acqua, sono simulacri della trasformazione e della salvezza. In particolare i delfini, trasportando Arione sul loro dorso, lo salvarono dai marinai che si preparavano ad ucciderlo.
I tritoni e i delfini, come la salamandra e la fenice, sono simboli di rigenerazione.
Il leone, simulacro di  forza, immagine di vitalità solare, incarna l'onnipotenza e la fierezza.
E' probabile che i simboli di purezza e di rigenerazione, accanto al significato iniziatico, possano richiamare alla durevolezza del potere degli Orsini.



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