sabato 11 luglio 2015

hieros gamos L’Amore che unisce il visibile all’invisibile: da Platone al Vangelo di Filippo


“L’Amore che feconda nella Bellezza è un rito invisibile: non un’unione di corpi, ma l’atto sacro in cui l’anima genera luce nella Camera del Silenzio.”

hieros gamos
La finalità dell'Amore è fecondare nella bellezza sia il corpo che l'Anima,ma questa fecondazione non è possibile se non nella bellezza. L'unione dell'Uomo e della Donna (Degli Opposti) è una creazione nella Bellezza che contiene qualcosa di divino.
Certi Uomini sentono in se stessi un impulso creatore ancor più grande.. è quell'impulso dell'Anima che genera il Pensiero la Poesia e la più bella delle Virtù, la Giustizia.
I MISTERI DELL'INIZIAZIONE PERFETTA DEI MISTERI D'AMORE:
cercherai al principio i corpi più belli che ispirano le più belle parole a tutti gli amanti, però ti renderai conto presto che la bellezza esterna di un corpo è uguale alla bellezza esterna di un altro corpo, ti eserciterai dunque ad amare la bellezza nella sua totalità, ti eserciterai a trovare tutti i copi belli e a calmare l'eccessivo desiderio per un solo corpo e in fine SCOPRIRAI CHE LA BELLEZZA DELLE ANIME E' PIU' PREZIOSA DI QUELLA DEI CORPI E CAPIRAI ANCORA UNA VOLTA DI PIU' CHE NEL CORPO, NELL'ANIMA E NELLE LEGGI VI è LA STESSA FORMA DI BELLEZZA. CONOSCERAI COSI' LA BELLEZZA DELLA SAGGEZZA, CONTEMPLANDO SENZA TREGUA IL GRANDE OCEANO DELLA BELLEZZA. Liberato infine da una vile schiavitù, sentirai nascere nel tuo animo i discorsi più magnifici e nobili ed una insaziabile passione nel conoscere.
Quando la tua anima avrà fatto della bellezza la sua ragione di vita, allora scoprirai una cosa meravigliosa: la conoscenza del Bello.
Quando con una giusta concezione dell'Amore per la gioventù avrai contemplato le molteplici forme della Bellezza, allora sarai quasi al termine dell'Iniziazione, allora contemplerai la Bellezza Eterna, senza nascita e senza morte, unA Bellezza Assoluta che non si altera mai.
SE TI SARA' DATO UN GIORNO DI CONTEMPLARE LA PURA BELLEZZA, NON SARA' ASSOLUTAMENTE COMPARABILE CON LA GRAZIA DI QUEI GIOVANI CORPI ...
COLUI CHE FARA' FIGLI NELLA BELLEZZA DELL'ANIMA SARA' AMICO DEGLI DEI, PER ACCEDERE AD UN TAL DONO LA MIGLIO GUIDA è L'AMORE
Amore non possiede mai niente.
L'Amore è filosofo perché la saggezza è la cosa più grande e più bella e l'Amore non può per sua natura amare altro che il bello.
dal Simposio di Platone

A questo punto, l’accostamento con il Vangelo di Filippo si rivela quasi inevitabile.

Se nel Simposio l’Amore, attraverso le parole di Diotima, è visto come forza generatrice che guida l’anima verso il Bello assoluto, nel testo gnostico l’Amore trova la sua piena realizzazione nella Camera Nuziale, il luogo sacro dove l’unione spirituale genera nella luce.

“Tutti quelli che entreranno nella camera nuziale genereranno nella luce. Infatti essi non genereranno come i matrimoni che noi vediamo, perché avvengono nella notte… I misteri di questo matrimonio si compiono di giorno e alla luce. Quel Giorno e quella Luce non tramontano mai.” (Vangelo di Filippo)

In questa visione, l’unione non è solo carnale o emotiva, ma iniziatica: è nel matrimonio spirituale che si riceve la Luce, simbolo della conoscenza e della reintegrazione con il divino. L’amore non è dunque una meta, ma un rito interiore, un processo alchemico che riunifica ciò che era stato separato.

Se qualcuno diventa figlio della camera nuziale, riceverà la Luce. Se qualcuno non la riceve finché è in questo luogo, non potrà riceverla nell’altro Luogo.”



“Dall’Eros alla Luce: la Via dell’Iniziazione”

Come Diotima insegna a Socrate, l’Amore è mancanza e tensione, ma anche slancio e ascesa: un impulso generativo che guida l’anima dalla percezione del bello sensibile verso il Bello eterno. È un cammino di iniziazione che conduce oltre l’apparenza, verso la visione dell’Idea, dell’Essere che non muore.

Nel Vangelo di Filippo, troviamo lo stesso dinamismo spirituale espresso con immagini sacrali: la Camera Nuziale non è solo simbolo di unione erotica, ma tempio interiore dove il maschile e il femminile si ricongiungono per generare nella luce. Lì si riceve la Luce, non quella che rischiara il mondo esterno, ma quella che rivela l’origine e la destinazione dell’anima.

L’unione tra il pensiero di Platone e la mistica gnostica non è un semplice parallelo intellettuale, ma una convergenza di visioni che parlano la stessa lingua archetipica: l’Amore come forza cosmica e divina che integra ciò che era stato diviso. Entrambi i mondi ci mostrano che l’Amore, se pur nasce dal desiderio, si compie solo nella trascendenza. Solo quando l’anima, attraversando la bellezza del corpo, del pensiero e dell’azione, si lascia fecondare dalla Luce, essa genera il frutto eterno: la verità, la virtù, la giustizia.

In questa ierogamia interiore – dove l’umano si apre al divino e il finito abbraccia l’infinito – l’essere si trasfigura.

 L’Amore non è più solo desiderio dell’altro, ma via del ritorno all’Uno. Una liturgia silenziosa che si celebra nel cuore di chi ha scelto di amare nella luce.