massimo agostini

giovedì 4 gennaio 2018

La stirpe del signore dai rossi capelli

René Guenon afferma  che "ADAM, il nome Adam significa letteralmente = ROSSO = e questo è uno degli indizi del collegamento della tradizione ebraica con quella atlantidea, che fu la - TRADIZIONE DELLA RAZZA ROSSA - (Forme 1970, 43). Se si riferisce specificamente il nome Adam alla -  tradizione  della razza rossa -, questa corrisponde alla terra, fra gli elementi, così come, fra i punti cardinali, è correlazione con l'Occidente (...)"

Questo sarebbe uno degli indizi del collegamento della tradizione ebraica con quella normanna della "razza rossa" (o rutilismo).
Il rutilismo (chiamato anche gene normanno) è la caratteristica delle persone che hanno capelli rossi, vermigli, biondo ramato e albini, causato da " (...) l'ormone stimolatore di melanociti (MSH) e le endorfine. I melanociti, le cellule che producono il pigmento della pelle e dei capelli, usano l'MC1R che in questi soggetti è mutato, per riconoscere e rispondere al MSH dalla ghiandola pituitaria anteriore".
Se si consultassero i testi dei prof.ri Raphael Patai (1910-1996) e Robert von Ranke Graves (1895-1985), si potrebbe scoprire che sostenevano in “Hebrew Myths" (pubblicata da Doubleday & Co nel 1964) un’origine Edomita degli Alfei, osservando la somiglianza dell'onomastica edomita degli alufim e dei capi della tribù di Giuda. (Agostino Agostini)
Nei secoli passati illustri eruditi (fino all'inizio del novecento) si dedicarono all’analisi delle suggestioni della discendenza dei Pelasgi Alfei (i pisani), da Giacomo d'Alfeo.

L'affermazione di René Guenon trova nella ricerca di Massimo Agostini, ET IN ARCADIA EGO: I MITI DEI POPOLI DEL MARETipheret Editoreun'analisi storico, simbolica, esoterica che conduce il lettore a penetrare antichi misteri iniziatici.
Si riporano di seguito qalcuni brani (da pag. 72  pag. 112) del libro nei quali si seguono le perdute tracce della stirpe dei figli del Signore dai rossi capelli.

 Gli Hyksos e il culto del dio Serpente Seth
Anche i re Hyksos della XV dinastia, al pari dei successivi faraoni della XIX dinastia, scelsero, con il nome Apophis, il simbolo del potere del Serpente: il temibile mostro che nelle acque dell’Ol­tretomba minacciava il Sole (Ra) nel suo percorso notturno di rinascita.
Gli Hyksos, ma con essi anche gli Shardana, e lo stesso Mosè, ebbero un legame di grande devozione nei confronti del Serpen­te, tanto da assumerlo come simulacro nell’avventura dell’Esodo verso la Terra Promessa.
Gli Hyksos provenendo dalla terra di Canaan condussero in Egitto degli Dèi di quella terra che, sebbene chiamati in modo diverso, presentavano attributi simili ad alcune divinità egizie.
In alcuni periodi dinastici l’immagine del Dio Seth era peral­tro associata a quella di Apophis, vedendo nel Serpente dell’Ol­tretomba lo strumento salvifico della “resurrezione” del Dio Atum-Ra, poiché, dopo averlo divorato nella “Camera del Cre­puscolo”, lo risputava purificato dalle sue viscere.

Forse fu proprio per queste analogie tra divinità dai nomi di­versi, ma della stessa sostanza spirituale, che gli Hyksos, una vol­ta insediatisi in Egitto, assunsero come divinità dinastica Seth, il Dio dai rossi capelli, simbolo della potenza devastante della natura, della guerra e della violenza, nemico di Osiride; ricono­scendo nei suoi poteri quelli del loro Dio Ba’al-Ba’al zĕbūl e, nei suoi capelli rossi il segno distintivo dell’antica stirpe dei figli del Signore di Enoc.
Il fatto che nella tradizione egizia le persone dai capelli rossi fossero considerate come discendenti di Seth, giustificherebbe la strana circostanza biblica che vede i figli concepiti per opera del Si­gnore descritti con la caratteristica dei capelli rossi.

La presenza nella Bibbia di figli dai capelli rossi renderebbe plausibile anche l’ipotesi che Abramo fosse in realtà della stirpe di Jafet, identificata proprio dai capelli fulvi, al pari dei ‘Popoli del Mare’.
Il nuovo Seth venne quindi anteposto dagli Hyksos a tutte le altre divinità del pantheon egizio, raffigurandolo con abbiglia­mento e acconciatura simili al Dio Ba’al della terra di Canaan, riconoscendo in lui gli attributi della divinità babilonese. (…)


Capitolo VIII

La stirpe del signore dai rossi capelli


1. Abramo: il Sacerdote del Tempio della ‘Montagna Sacra’

Dopo il Diluvio, il segreto concesso con la divina “Benedizio­ne” sembra perdersi nelle nebbie della “Montagna Sacra”, per poi riapparire ai tempi del patriarca Abramo, allorché incontrò il “Vecchio della Montagna”, Melchisedek, il “sacerdote eterno” che, come anima immortale del Dio incarnato, compì su di lui la sacra cerimonia di investitura.
Abramo sposò la sorellastra Sarai, figlia di Terach, sommo sa­cerdote della città di Ur, nella terra dei Sumeri.[1]

(…)  Omissis

2. Isacco: il figlio del Signore della ‘Montagna Sacra’

Sarai era sterile e, pur di garantire un figlio al suo sposo, concesse ad Abramo di unirsi con una seconda moglie, la principessa egi­ziana Agar, che gli diede come figlio Ismaele.
Qualche tempo dopo, nel periodo dell’anno in cui si cele­brava il raccolto, Abramo vide davanti alla sua tenda tre uomini e li invitò a riposarsi, diede dell’acqua per lavarsi i piedi e Sarai preparò loro da mangiare. Dopo essersi riposati, al momento del congedo, i tre uomini assicurarono che Sarai l’anno successivo avrebbe avuto un figlio.
L’anno dopo, a primavera, come annunciato dai tre uomini, Sarai, per volere di Dio e benedetta da lui, ebbe un figlio al qua­le diede il nome di Isacco, che significa “sorriso di Dio”. Dopo quell’atto ierogamico, il Signore Dio trasformò il nome di Sarai in Sara[2], elevandola da sacerdotessa del tempio terrestre a quella del “Tempio Celeste”, avendo generato un figlio del Signore.

(…)  Omissis

Abramo, dopo la morte di Sara, ebbe una terza moglie di nome Ketura, con la quale generò sei figli; uno di questi, Median, divenne il capostipite di una popolazione di nomadi cammellieri presenti nel territorio del golfo di Acaba. Da altri figli discesero i Dedaniti che vivevano a nord oltre il Mar Rosso (cfr. Is 21,13; Ez 27,20). La presenza della radice ‘DAN’ nel nome dei Dedaniti, porterebbe configurare un possibile successivo intreccio tra quel popolo, disceso da Abramo, con la stirpe di Dan, ma anche con gli antichi Shardana.

(…)  Omissis

3. Mosè, i Medianiti e il Dio Ba’al


(…)  Omissis

4. Esaù dai rossi capelli: il figlio prediletto di Isacco

Da Abramo la “Benedizione” passò a Isacco e da questi al figlio Giacobbe che la carpì al fratello Esaù con l’aiuto della madre Rebecca.
Anche Rebecca, come sua suocera Sara, era sterile, tanto che Isacco pregò il Signore perché gli concedesse un figlio, il Signore lo esaudì e la moglie rimase incinta.
Isacco supplicò il Signore per sua moglie, perché essa era sterile e il Signore lo esaudì, così che sua moglie Rebecca divenne incinta. Ora i figli si urtavano nel suo seno ed essa esclamò: «Se è così, perché questo?» Andò a consultare il Signore. Il Signore le rispo­se: «Due nazioni sono nel tuo seno e due popoli dal tuo grembo si disperderanno; un popolo sarà più forte dell’altro e il maggiore servirà il più piccolo». (Gen. 25, 21-23)
Da quel miracolo ierogamico nacquero due gemelli che ven­nero chiamati: Esaù e Giacobbe.
Il primogenito Esaù, a differenza del fratello, era irsuto e dai capelli rossi; crescendo divenne abile nelle armi e nella caccia e per questo prediletto da Isacco, mentre Rebecca preferiva il se­condogenito Giacobbe.

Quando poi si compì per lei il tempo di partorire, ecco due gemelli erano nel suo grembo. Uscì il primo, rossiccio e tutto come un mantello di pelo, e fu chiamato Esaù. (Gen. 25, 24-25)


(…)  Omissis


5. La ‘Benedizione’ rubata


(…)  Omissis


6. Le dodici tribù di Israele: Ruben il figlio del Signore dai capelli rossi

Dai figli di Giacobbe nacquero le dodici tribù di Israele. Il pri­mogenito di Giacobbe fu Ruben, anche lui come Esaù dai rossi capelli,[1] figlio di Lia e concepito, come nel caso della suocera Rebecca, per opera del Signore, che le aprì il grembo.
Ruben fu un tipo focoso che perdette il diritto alla primoge­nitura per aver giaciuto con Bila, la concubina di suo padre; da Bila nacquero due figli chiamati Dan e Nèftali (forse figli dello stesso Ruben?).
Ruben, tu sei il mio primogenito, il mio vigore e la primizia della mia virilità, esuberante in fierezza ed esuberante in forza.
Bollente come l’acqua, tu non avrai preminenza, perché hai invaso il talamo di tuo padre e hai violato il mio giaciglio su cui eri salito. (Gen. 49, 3-4)
Fatta eccezione per Ruben che, come abbiamo visto, fu con­cepito per opera del Signore quando aprì il ventre di sua madre, tutti gli altri figli di Lia furono invece il frutto del seme di Gia­cobbe che “entrò [più volte] in Lia” (Giubilei XXVIII, 11 e ss.).
Gli altri figli di Giacobbe e Lia furono: Simeone, Levi, Giuda, Issachar, Zebulon e Dina, unica femmina del gruppo.
Giacobbe si congiunse anche con Zilpa, ancella di Lia, dalla quale ebbe due figli: Gad e Aser.
Ebbe in moglie anche Rachele che, sebbene sterile, gli die­de altri due figli: Giuseppe e Beniamino, anche questa volta per opera del Signore.
Giacobbe-Lia-Rachele
Come abbiamo visto, dall’ancella Bila, concubina di Giacob­be, ma anche oggetto del desiderio di Ruben, nacque Dan la cui stirpe ebbe il segno distintivo dei capelli rossi e il simbolo del ser­pente avvolto a un’asta. Forse è proprio per questa caratteristica somatica dei discendenti di Dan che ancora oggi Maria Madda­lena, sacerdotessa dell’Ordine di Dan, viene raffigurata con una fluente chioma rosso rame.
Prima della sua morte, Giacobbe benedì Dan, dandogli il mandato di proteggere tutte le tribù di Israele sotto l’emblema del serpente.

Dan tutelerà la sua gente come ogni altra tribù di Israele. Sia Dan come una serpe sulla strada, una cerasta sulla via, morde il cavallo nel calcagno e il cavaliere cade all’indietro. Io spero, o Signore, nel­la tua salvezza. (Gen. 49.16-18)

Quando venne il tempo dell’Esodo, la tribù di Dan, alla quale si aggiunsero i guerrieri Shardana, ebbe l’occasione di onorare la “Benedizione” di Giacobbe andando a costituire la retroguardia delle tribù in fuga dall’Egitto, adottando come insegna il na­chash, un serpente attorcigliato a un’asta.[2]
  
Guerrieri Shardana

7. Giuseppe figlio di Rebecca: sacerdote nel tempio di Heliopolis

Secondo il racconto biblico, Isacco concesse una seconda “Bene­dizione” anche a Esaù.
Esaù sposò Giuditta, appartenente al popolo degli Ittiti della stirpe di Jafet, la stessa dei leggendari “Popoli del Mare”. 
Giovanni Andrea Ansaldo (1584-1638)
Esaù e Isacco
Giacob­be dalla sua seconda moglie Rebecca ebbe come figlio Giuseppe, che venne venduto come schiavo dai suoi gelosi fratelli, per ritro­varsi poi in Egitto come potente ministro del faraone. Qui sposò la principessa Asnat, figlia del sommo sacerdote di Heliopolis.
Come abbiamo già raccontato, la rapida ascesa dello schiavo Giuseppe all’interno della corte egiziana contiene tutto il mistero del potere magico concessogli dal Signore, allorché profetizzò al faraone la terribile carestia che avrebbe colpito l’Egitto intero. Fu così che Giuseppe divenne un potente ministro del faraone e sommo sacerdote, noto a tutto il popolo con il nome di Yuya.
Giuseppe, nella sua qualità di sommo sacerdote, fu probabil­mente anche fedele interprete dello spirito magico della religione egizia, tanto che alla morte del padre, volle che il corpo di Giacob­be fosse imbalsamato secondo l’usanza rituale di quella religione.
Allora Giuseppe si gettò sulla faccia di suo padre, pianse su di lui e lo baciò. Quindi Giuseppe ordinò ai suoi medici di imbalsama­re suo padre. I medici imbalsamarono Israele e v’impiegarono 40 giorni, perché tanti ne occorrono per l’imbalsamazione. Gli Egizia­ni lo piansero 70 giorni. (Gen. 50, 1-3)
Lo stesso Giuseppe dopo la morte venne imbalsamato affin­ché potesse completare il suo viaggio iniziatico nell’Oltretomba per ritrovare il suo Ka e quello degli antenati.
Giuseppe morì all’età di centodieci anni; lo imbalsamarono e fu posto in un sarcofago in Egitto. (Gen. 50, 26)

(…)  Omissis

mummie di Yuya museo de Il Cairo

 Qualunque fosse stato il culto di Giuseppe, fu comunque gra­zie a lui che le “Tavole Celesti”, chiamate dagli Egizi “Tavole di Thot”, trovarono una sicura custodia nel Sancta Sanctorum del tempio egizio.
Con Giuseppe le tribù ebraiche migrate in Egitto trovano terreno fertile per assumere importanti ruoli sociali e religiosi. Alcuni ricercatori ritengono che gli Ebrei, grazie a Giuseppe, ri­uscirono a conquistare il potere regale, come nel caso del faraone Akenaton, ritenuto figlio di quella stirpe dei re-pastori giunti se­coli prima dalla terra di Canaan.
L’influenza assunta nel tempo dagli Ebrei nella terra dei fara­oni provocò non pochi timori, tanto che, quando nacque Mosè, il faraone ordinò l’uccisione dei neonati maschi.


(…)  Omissis

Secondo le disposizioni di Mosè, gli Shardana, assieme alla tri­bù di Dan, andarono a costituire la retroguardia del popolo in fuga verso la “Terra Promessa” di Canaan, entrambi accomunati dal simbolo del serpente. Sotto quell’emblema i discendenti di Dan mantennero la promessa, contenuta nell’antica “Benedizione di Giacobbe”, di tutelare “la sua gente” e “ogni altra tribù di Israele”.

D’altro canto Mosè, essendo probabilmente della stirpe degli Hyksos migrata in Egitto, non poteva non riconoscere in quegli irsuti “Popoli del Mare” dai rossi capelli, l’appartenenza all’antica stirpe dei figli di Enoc, avendone poi anche conferma nel mes­saggio che questi custodivano, tanto da affidargli la protezione dell’intero popolo in marcia verso la terra di Canaan.
L’esodo di Mosè verso la terra del Signore Yawheh fu lunghis­simo e carico di imprevisti, concludendosi addirittura dopo qua­rant’anni di permanenza nel deserto, e senza che Mosè potesse vedere compiuto il suo sogno poiché la Dea della morte, padrona anche dei sogni, lo colse prima della conquista della Terra Pro­messa di Canaan.

Capitolo IX

Il culto degli Dèi nella Terra Promessa


1. Il dualismo degli Dèi


(…)  Omissis

2. Ba’al Zəbul, il Signore dell’Oltretomba


(…)  Omissis

3. Lilith: il lato oscuro della Luna


(…)  Omissis

4. Seth: figlio di Adamo capostipite della stirpe dei ‘Giusti’

Adamo ebbe tre figli, due dei quali, Abele e Caino, comunemente noti per la delittuosa vicenda fratricida che determino la morte di Abele.
Adamo ebbe pero anche un terzo figlio, chiamato Seth, nato a ‘sua immagine e somiglianza’ (Gen. 5.3).
Giuseppe Flavio, lo storico ebreo-romano, nelle sue “Antichità Giudaiche”, descrive Seth come un uomo virtuoso che trasmise a suoi discendenti la conoscenza dei corpi celesti. Questi per evitare che si perdesse la memoria di quella conoscenza, costruirono due colonne, le “colonne dei figli di Seth”, su cui erano state poste iscrizioni riportanti le leggi della scienza, soprattutto riguardanti l’astronomia.
Le due colonne narrate da Giuseppe Flavio potrebbero avere una valenza simbolica, rappresentando, piu che manufatti in ‘mattoni o in pietra’, due popoli che, come ‘figli di Seth’, furono eredi della sua conoscenza divina.
Seth, egli stesso dai capelli rossi, divenne, nella memoria delle generazioni successive, il Dio dai rossi capelli, venerato dagli egizi e dagli Hyksos,
Alcuni faraoni arrivarono a testimoniare la loro devozione al Dio dai capelli rossi, assumendo, al momento dell’investitura regale il nome ‘Seti’, che significa: ‘figlio di Seth’.
Nella tradizione ebraica Seth e considerato il progenitore di Noe e la Zoar lo definisce il capostipite di tutte le generazione degli Zaddiq: un titolo ebraico che designava i ‘Giusti’.
A quanto pare vi sono parole e nomi che segnano il fluire di una storia, dominandola con la loro costante, presenza, cosi sembra essere anche questa storia, dove alcuni nomi o aggettivi mostravano di volere condizionare il suo proseguo.
La ricerca infatti di una possibile verità sulla nebulosa storia degli Shar Dan, i Judike della Sardegna, condotta anche attraverso la Bibbia, appare segnata dal frequente ritorno di alcuni termini, come nel caso di ‘Giudice’, Seth, Serpente, spesso associati fra loro.
I documenti inviati al mio indirizzo di posta elettronica, gli appunti riportati dalla Scozia e lo studio sull’antica religione, stavano quindi fornendo, proprio con il ripetersi di questi nomi, alcune conferme.
Era ormai sufficientemente chiaro che al centro della difficile questione su chi fosse il vero fondatore dei Templari, esisteva un sottile filo conduttore in grado di sciogliere l’intricata trama di una storia volutamente oscurata dagli uomini.
Il sottile filo era costituito proprio da quelle parole chiave, che, sembravano segnare il destino della mia ricerca.
Il titolo di ‘Giudice’ nelle sue varie accezioni: Zaddiq, Nasi, Nazareno, Maestro ma anche Judikes. o Dan, appariva ormai un’importante traccia, che forse mi avrebbe condotto a una possibile verità.

5. Il giglio e il serpente: simboli di una sacra stirpe

 

(…)  Omissis



[2] La parola ebraica “serpente” in Genesi 3: 1 è Nachash (dalla radice Nachash, a brillare), e significa splendente.[1]“inoltre essa è veramente mia sorella, figlia di mio padre, ma non figlia di mia madre, ed è divenuta mia moglie” (Gen. 20,12).
[2] Sara è un nome di origine biblica che deriva dal termine ebraico Sarah il cui significato è “principessa” o “signora”. Nella tradizione biblica il nome Saray, il cui significato è “litigiosa”, venne modificato da Dio in Sarah con il significato, nel contesto iniziatico, di elevazione spirituale verso la sacralità.
[3] Dal latino rubor = rosso.
[4] La parola ebraica “serpente” in Genesi 3: 1 è Nachash (dalla radice Nachash, a brillare), e significa splendente.

2 commenti:

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  2. Interessante, possiamo quindi dedurre che una larga parte delle popolazioni europee abbiano la loro origine nella terra di Canaan, ed in particolare le popolazioni stanziate nell'odierna Inghilterra...

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