IL RISVEGLIO DELLA SESSUALITÀ SACRA E DELLA DEA
di Nadia Misci
Tutta la narrazione della storia che abbiamo conosciuto ci è stata raccontata da un punto di vista maschile. Tuttavia negli ultimi 50 anni, sono emerse nuove prospettive, portate avanti da persone come l’archeologa Merlin Stone, la quale espone un nuovo punto di vista e porta alla luce nuove verità.
Secondo la Stone per molte migliaia di anni, i popoli del Medio Oriente hanno venerato la Dea. Essi consideravano sacro il corpo della donna, poiché era in grado di partorire e generare la vita.
Le sacerdotesse del tempio della Dea avevano una funzione sessuale sacra. Questi popoli sapevano che la sessualità delle donne era la porta per il divino. E per questa ragione non esisteva alcuna distinzione tra il sacro e la sessualità nella società .
Intorno al 2400 AC nella culla della religione della Dea, in Medio Oriente, avvenne un cambiamento politico importante. I territori che fino a quel momento avevano prosperato e vissuto in pace, furono invasi da un popolo guerriero che assunse il controllo. Essi adoravano un Dio del tuono maschio e si resero conto subito quanto sarebbe stato difficile ottenere il controllo politico ed economico usando solo la forza.
I nuovi conquistatori scoprirono presto che non avrebbero potuto vincere lo spirito del popolo che adorava la Dea, senza prima infiltrarsi e modificare i loro sistemi di credenze profonde.
Il mito di Lilith
Allora fu introdotto un nuovo mito sulla creazione, la storia di Adamo ed Eva nel Giardino dell’Eden. Nel racconto originale del Giardino dell’ Eden, Adamo aveva una partner femminile prima di Eva. Il suo nome era Lilith. Come racconta lo stesso Howard Schwartz nel libro “Lilith’s Cave: Jewish Tales of the Supernatural”
Dalla descrizione di Lilith nella Torah, emerge il ritratto di una donna con un’ardente sessualità.
Quel tipo di energia che ci si potrebbe aspettare in una donna consapevole del suo potere sessuale e di come questo sia il cancello per il divino.
Il mito racconta che Lilith si rifiutò di concedersi ad Adamo nella posizione del missionario. E per questo suo rifiuto, essa fu buttata fuori dal giardino dell’ Eden. Si diffuse la storia che era un demone in grado di divorare i bambini. E questa storia fu usata per contrastare in una certa misura le credenze esistenti sulla natura divina della sessualità femminile.
Da allora in poi, le sacerdotesse del tempio divennero le prostitute del tempio. E Lilith divenne il simbolo della donna priva di legami, la prostituta. Il mito descrive inoltre Eva come una creatura nata dalle costole di Adamo, moglie sottomessa che, nonostante questo ruolo, era troppo volubile per resistere alla tentazione.
Le conseguenze di questo mito furono duplici. Da un lato il mito creò l’immagine della donna come essere volubile e incline alle tentazione. E inoltre creò una nuova generazione di donne sottomesse. Esse non si permettevano di sentire il loro desiderio, e nemmeno pensavano di poterlo esprimere a meno che l’iniziativa non partisse dall’uomo.
La stessa figura della Dea fu intrecciata nel racconto del Giardino dell’ Eden, attraverso l’albero della conoscenza del bene e del male. La figura dell’ albero da sempre asssociato alla Dea, diventò nel mito, la personificazione della tentazione e del male.
Il serpente, che fu un simbolo della dea durante i periodi matriarcali, divenne l’incarnazione del diavolo nel mito del giardino di Eden.
Il messaggio implicito alle tribù matriarcali era chiaro: la Dea che avevano adorato era in realtà l’incarnazione del diavolo stesso.
L’inizio del patriarcato e le nuove mitologie che l’accompagnavano, segnarono l’inizio di un mondo costruito intorno alle polarità del bene e del male, della luce e del buio, la polarità maschile e la polarità femminile.
Il passaggio alla sessualità sacra
Tuttavia, nonostante questa transizione sia stata aspra e dolorosa, fu stranamente necessaria per permettere l’avanzamento del processo di evoluzione umana.
Durante i periodi matriarcali, la coscienza umana si evolse a livello del secondo chakra.
Il patriarcato aprì la possibilità di una esplorazione del terzo chakra o chakra del potere.
Le difficoltà economiche e politiche che il mondo sta affrontando in questo momento sembrano i presagi di un altro cambiamento nell’ordine mondiale.
E’ ‘tempo di andare oltre. Al di là del matriarcato e del patriarcato, in un luogo dove il maschile e il femminile si integrano in noi.
Questa integrazione chiamata la Ierogamia o matrimonio sacro, ci porterà a vivere l’amore incondizionato, la qualità principale del quarto chakra o chakra del cuore.
Nel matrimonio sacro, l’unione sessuale diventa un atto di totale presenza. E non si tratta solo dell’unione di due corpi, ma di un unione che alla fine avviene dentro di noi. I principi che appartengono alle nostre immagini maschili e femminile si fondono in un matrimonio divino.
Quando questo accade, non sperimentiamo più la dualità; ma sentiamo noi stessi come un tutto uno.