massimo agostini

domenica 17 luglio 2016

Maria Maddalena e la cabala mistica

Tratto dal libro. Il Mistero di MariaMaddalena, dai vangeli gnostici ai Rex Deus (parte del cap.XIV) https://www.amazon.it/dp/8864961801...
Il messaggio iniziatico della vita che sconfigge la morte e affidato a Maria Maddalena, regina del Graal, coppa della comprensione (binah della cabala), che, attraverso il Cristo, suo Sposo alchemico (chokmah), ha ritrovato il Verbo, quella parola perduta che tiene l’umanità sprofondata nel suo materialismo. Quindi il rinnovato patto con il Dio Buono porta con se un segretoiniziatico, tutto femminile, che solo gli eletti (Rex Deus) possono conoscere e trasmettere. (...)


L’umanità prima del Cristo, a mano a mano che si immergeva nellesperienza materialista della caduta, veniva come marchiata dalla carne, ne subiva fin nello spirito la prepotenza, diventando sempre piu affine allo stato fisico, sempre piu estranea al regno dei cieli (...)
Nel caso della morte e rinascita del Cristo, la percezione e comprensione dell’evento iniziatico è affidata a Maria Maddalena, ovvero a quell’energia tutta femminile, l’eros, il netzach della cabbala, simbolo di vittoria, emozione, mistero dionisiaco; la Venere della spiritualità pagana, L’Iside dell’Antico Egitto. Tale conoscenza andò nel corso dei secoli a perdersi nel progressivo dogmatismo dottrinale, soprattutto nella lotta alle Eresie gnostiche.
La Cabala concepisce la manifestazione come effetto di una susseguirsi di fasi che si evolvono una dall’altra, una sorta di recipienti (sephirah), con vasi comunicanti (sentieri) che si riempiono a caduta, l’uno dopo l’altro, inondati da un fonte “energetica” suprema, inesauribile,inconoscibile.“Nascosta in una ghianda c’è una quercia con le sue ghiande, e nascosta in ciascuna di queste c’è una quercia con le sue ghiande” (MacGregor Mathers).
Ogni sephirah contiene la potenzialità di tutto ciò che deriva da esso nella scala della manifestazione, ovvero del flusso che dall’Inconoscibile (An Soph Aur), promana verso il manifesto, determinandolo (sefirah - malkuth).
L’insieme delle sephirath è chiamato, Albero della Vita e costituisce, nel suo complesso, un Glifo, ovvero un simbolo composito che mira a rappresentare il cosmo nella sua interezza e l’anima dell’uomo, in correlazione con esso.
Esso è rappresentato come una serie di dieci circoli (sephirah), sistemati secondo un determinato modello e collegati tra loro da apposite linee (sentieri). Dall’alto al basso è il flusso “energetico” che da origine al mondo materiale; dal basso all’alto è la strada per il ritorno all’Uno Universale.
Una sorta di mappa o, per dirla in termini attuali, di navigatore dell’anima, affinché essa possa liberarsi della materia e ritornare all’Origine della Luce Infinita. Ciascun Sephirah ha in se solamente un aspetto della manifestazione, avendo in potenza quelli successivi, mentre possiede solo il riflesso di quelli precedenti. Sopra le dieci sephiroth troviamo tre piani di non manifestazione chiamati i Tre Veli di Esistenza Negativa: ain (Negatività), ain soph (Infinito), ain soph aur (Luce Infinita). I tre livelli costituiscono la parte inconoscibile e incomprensibile, fuori dal campo della nostra percezione, in quanto non sono ed è impossibile per noi, che abbiamo l’immagine solo di ciò che è, impadronirci di ciò che non è: "Esistono più cose in cielo e sulla terra, di quante tu ne possa immaginare." diceva William Shakespeare.
Per quanto non si possa conoscere i Tre Veli dell’esistenza, essi influenzano comunque il nostro divenire nella manifestazione, infatti anche se non riusciamo a conoscere la loro natura, ne percepiamo gli effetti: “In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio. Tutte le cose per mezzo di lui sono fatte…In Lui era la vita, la vita era poi la Luce degli uomini…”(Vangelo di Giovanni 1,1). In base al Vangelo di Giovanni potremmo azzardare nel dire che AIN SOPH AUR (Luce Infinita) rappresenta l’essenza del verbo, il suono, “l’energia” che da avvio al primo manifesto e trova la sua prima espressione in kether, la Corona, il Re Barbuto, l’Occulto dell’Occulto. Egli rappresenta l’inizio dell’evoluzione macrocosmica e il principio della consapevolezza superiore nel nostro microcosmo.
Kether emana il flusso continuo delle sue energie alimentando due Sephiroth: chokmah, il Padre Supremo, Abba, simbolo di saggezza; e binah, La Madre Suprema, la Grande Madre, la Sophia superiore, Ama, l’Iside svelata, simbolo di comprensione. Dopo kether , inizia la manifestazione attraverso il dualismo maschio e femmina: binah e chokmah; il due generato dall’Uno. Kether quindi genera un’attiva potenza maschile, chokmah e una ricettiva potenza femminile binah costituendo queste, l’apice di due colonne nel simbolico Albero della vita.
Binah è considerata anche come lucente Madre, fertile e viene chiamata Grande Mare o Marah che significa AMARO. Come abbiamo Visto nel capitolo “Leggenda Aurea”, questi sono anche gli attributi riconosciuti da Jacopo da Varazze a Maria che in quel suo racconto, definisce Maria Maddalena come: Mare Amaro, Illuminatrice, Illuminata che in termini cabalistici ci indica proprio binah. Se Maria Maddalena è simbolo di binah, il Cristo asceso è l’espressione cabalistica di chokmah. Lo Sposo e la Sposa Sacri che hanno il riflesso di keter, il Re Barbuto e contengono in potenza la Manifestazione.
Binah rappresenta la Sophia Superiore ispiratrice della Sophia inferiore, di quella più materiale della manifestazione, ovvero della Maddalena terrena, la regina in trono, che nell’eros del Verbo, trova la sua elevazione con il dono dello Spirito Santo per trasmutare in yesod, attraverso il fuoco del suo misticismo devozionale, del quale è simbolo il racconto evangelico della Maddalena che unge Gesù, che bagna i suoi piedi con le lacrime per poi asciugarli con i suoi lunghi capelli.
“E volgendosi verso la donna, disse a Simone: "Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m’hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi”.(Lc.7, 44-47)
La Maria Maddalena, dopo l’iniziazione dello Spirito Santo (sephirah yesod), naviga, in un instabile equilibrio tra Eros (netzach) ed Intelletto occulto (hod), nel mare cabalistico della Triade Inferiore, nel mondo della magia, dello psichismo, del sogno. Questo sembra essere il dono cabalistico dell’iniziazione attraverso le prove della Terra (Mare Amaro, V.I.T.R.I.O.L.), dell’acqua (battesimo), dell’aria e del fuoco (Spirito Santo)[1]. Così si esprime Giovanni Battista a proposito del Messia: “…Io poi vi battezzerò in acqua, perché vi pentiate, ma colui che viene dopo di me, è più forte di me… Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco…” (Mt 3, 11-12)
Questo stato iniziatico è lo stesso in cui si troveranno gli Apostoli dopo la resurrezione di Gesù[2], con la cerimonia della discesa dello Spirito Santo (aria e fuoco); infatti, in ebraico, spirito significa vento, inteso come potenza divina. “Quando il giorno della Pentecoste giunse, tutti erano insieme nello stesso luogo. Improvvisamente si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dov'essi erano seduti. Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro. Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi.” (Atti 2, 1-5)
Non a caso, come narra il Vangelo di Marco, gli Apostoli, dopo la discesa dello Spirito Santo, entrano nel mondo della Magia, che nella cabala corrisponde appunto alla triade inferiore, dove dimora yesod e che ha il suo vertice in tiphereth, la consapevolezza illuminata della quale è immagine Gesù, nella qualità di Redentore.

Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo… E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano”.(Mc. 16, 16-20)
Come dicevamo il passaggio rituale dello Spirito Santo conduce allo stato di “Mago”, ovvero alla cristallizzarsi nel nuovo essere yesod (fondamento, Spirito Santo) che assume, nell’evoluzione ascensionale dell’albero della vita, le qualità di sefiroth superiori, come netzach (è la sfera della dea della natura, Venere, intesa come: emozione, istinto, eros) e hod (è la sfera di Mercurio, il dio Thoth, l’intelletto intuitivo) e con queste qualità può agire nel mondo della materia (malkuth). Infatti, yesod è datore di forma e veicolo di vita, riuscendo a modificare la sostanza di malkuth.
Per queste qualità, assunte con lo Spirito Santo (aria e fuoco), gli Apostoli, avendo quindi in potenza le manifestazioni inferiori avevano potere su di esse (miracoli). Yesod quindi rappresenta la condizione cabalistica dei santi e dei profeti, essendo lo stato successivo, tiphereth concesso solo al redentore (morte e rinascita).
L’albero della Vita o Sephirotico, è quindi simbolo di un percorso iniziatico, un strada, come dice Jacopo da Varazze, un mare, non accessibile a tutti, ma solo a coloro che hanno sete di conoscenza e fede. Altro requisito necessario per accedere alle sfere iniziatiche, oltre alla sete, è infatti quello di credere: “Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, da dentro di lui sgorgheranno fiumi d'acqua viva” (Gv 7, 38).
Gesù e Maria Maddalena sono, quindi, l’immagine cabalistica di questa realizzazione.
La Maria Maddalena terrena, raffigurata come donna incoronata sul trono, diviene nel suo percorso, Sophia inferiore, grazie alle forze yesodiche prodotte in lei dalla vicinanza del maestro Gesù. La sua nuova condizione in yesod deve però cristallizzare attraverso l’equilibrio di forze sinergiche del triangolo inferiore: netzach (vittoria, eros, emozione, istinto) e hod (l’intelletto intuitivo).
Netzach, nell’Albero della Vita, corrisponde alla settima sephirah, come sette erano i demoni che si erano impossessati di lei. “Risorto il mattino del primo giorno della settimana, Gesù apparve prima a Maria Maddalena, da cui aveva scacciato i sette demoni e grazie…”(Mc 16: 9). Questa sephirah è simbolo dell’eros, di quella energia unica che conduce alla sete di verità, trovando stimolo e influsso dall’energia superiore, rappresentata dalla Sposa Superiore, la Grande Madre, L’Iside svelata, la Sophia Superiore, equilibrata dallo studio, dal misticismo intellettuale intuitivo, identificato dalla sfera hod. Ed è forse proprio da questi forti influssi di netzach (Eros), che la Maddalena deve essere liberata.

La nuova condizione di Maria Maddalena in yesod prende fondamento anche grazie al suo spirito devozionale (via del fuoco) e nella visione mistica del Cristo risorto (tiphereth), protetta, in questo nuovo stato, dall’arcangelo Haniel e dagli Elohim[3] e forse sono proprio loro ad accoglierla nel sepolcro vuoto: “Maria di Màgdala stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù”. (Gv 20, 11-12)
Yesod è posto al centro del triangolo cabalistico inferiore, quello degli Apostoli, e dei profeti. Sopra lui, tipheret che rappresenta la sfera più elevata su cui può salire la normale consapevolezza umana. Questa sfera, come abbiamo visto, appartiene al redentore e tutto quanto la mente umana può conoscere di kether è il suo riflesso su tipheret, il centro-Cristo, la Sfera del Figlio: “ Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conosceste me, conoscereste anche il Padre; fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”. (Cfr. Gv. 14, 6)
L’acceso alle sfere superiori è invece prerogativa divina, non a tutti concessa. Il percorso iniziatico di Maria Maddalena va comunque oltre, per lei è previsto l’accesso alle più alte sfere di conoscenza essendo, come abbiamo visto nei vangeli gnostici, la prediletta di Gesù, la sua Spossa Mistica.

Gli amanti intesi come novelli Adamo ed Eva che ricercano il Paradiso perduto, l’Adam indiviso, l’Androgino.
Maria Maddalena è la via della Grazia, dell’Eros che si alimenta attraverso l’immagine della Madre Superiore la Grande Madre (L’Iside svelata) per crescere in Amore e Grandezza, bevendo alla sorgente dell’intelletto intuitivo, del Logos (il Verbo) fattosi carne, del Cristo divenuto Padre Supremo (chokmah), avendo in sé la consapevolezza di un’altra dimensione (da’ ath).
Maria Maddalena che come Gesù, supera il Velo del Tempio (paroketh), che copre il Sancta Sanctorum del Tempio di Salomone, quello spazio riservato solo al primo sacerdote e rivelatore dell’Abisso che separa dall’inconoscibile (...)
http://www.ibs.it/code/9788864961804/agostini-massimo/nome-della-dea.html
Per chi vollesse approfondire l’argomento è chiaramente consigliata la lettura dei miei libri “Nel Nome dellaDea” Tipheret ed.


http://www.ibs.it/code/9788895665047/agostini-massimo/mistero-di-maria-maddalena.html
Il brano costituisce una parte del cap. XIV del libro di Massimo Agostini: Il MISTERODI MARIA MADDALEN - dai vangeli gnostici ai Rex Deus. 2012







Note
[1] In ebraico spirito viene tradotto con la parola רוח ("ruach"), un nome di genere femminile. Ruach significa anche vento, respiro. Per la religione ebraica con tale termine viene indicata la potenza divina che può riempire gli uomini.
[2 Per infondere lo Spirito Santo è necessario che lo stesso Gesù sia Glorificato, ovvero che egli stesso abbia compito il suo ultimo viaggio nella condizione di Redentore (Tiphereth cabalistico, il Salvatore): “... Or egli disse questo dello Spirito, che avrebbero ricevuto coloro che avrebbero creduto in lui; lo Spirito Santo infatti non era ancora stato dato, perché Gesú non era stato ancora glorificato”(Gv 7, 39)
[3] Il Termine Elohim era utilizzato sia per l’Esercito degli angeli che per coloro che avevano autorità nel sacerdozio, come Mosè.

venerdì 10 giugno 2016

Nel Nome della Dea. Intervista di Sabrina Conti a Massimo Agostini che ci accompagna sulle tracce dell'Antica Religione Salone del Libro di Torino 2016


E' sempre estremamente complesso introdurre uno studioso della levatura di Massimo Agostini per svariati motivi; primo fra tutti i temi che affronta e in secondo luogo per il modo in cui li affronta. È altrettanto complesso presentare il suo ultimo libro senza svelarne i contenuti, la giornalista, Socia del Clan Italia, Sabrina Conti è riuscita in questa impresa nella sua intervista all'autore che si è svolta al Salone del libro di Torino.

Quello che maggiormente colpisce è la metafora del Viaggio, che è metafora della vita stessa ma anche del percorso iniziatico che ogni pellegrino compie sul sentiero della Conoscenza. Il libro infatti inizia proprio con il racconto del viaggio che Massimo compie in Scozia in compagnia di altri cercatori e questo è il libro che più di ogni altro scritto dall'autore racconta quello che lui personalmente ha trovato e si è portato a casa da questa esperienza.

Nell'intervista viene posto l'accento sulla tematica del Femminino Sacro, tema con cui l'autore aveva già avuto modo di confrontarsi in passato, ma che qui esplode in una manifestazione di profonda maturità e consapevolezza; stimolato dalle domande della giornalista Agostini ci racconta della Dualità, insita nell'essere umano, e del ruolo che, all'interno di questo confronto, svolge il Femminile appunto che un ruolo iniziatico.
Dalla parole dello stesso autore. “ la Dualità è il mistero che custodiamo all'interno di noi stessi, è quel sentire da un lato l'infinitezza del nostro essere e dall'altro il senso fisico della morte, che rappresenta ed esprime la nostra finitezza in quanto esseri umani.”
Gli individui fuggono dinnanzi alla morte, fuggono e si ritraggono i profani, ci fa notare Agostini, ma non gli iniziati.
Al dualismo appartengono anche il Maschie ed il Femminile che non sono forze o elementi contrapposti, ma le facce di una medesima medaglia: “la Donna è la sensibilità, potremmo dire, mentre l'Uomo è l'intelletto che serve a comprendere ciò con cui, attraverso la sensibilità, ovvero l'Anima, entriamo in contatto. L'una non può vivere senza l'altra.”

Nella meccanica della realizzazione il Femminile è la spinta all'azione, quella stessa azione che verrà messa in atto e pianificata dall'Intelletto, dall'elemento Maschile. In questo è racchiusa l'essenza della collaborazione tra i due elementi della dualità, e la natura della loro collaborazione l'autore ce la racconta ripercorrendo i miti in cui storicamente è stata racchiusa per poter essere tramandata.

Agostini ci fa notare come i Templi, elementi appartenenti al mondo materiale e che per antonomasia rappresentano i luoghi fisici del ricongiungimento ad un Essere Superiore, siano tutti dedicati ed intitolati ad una Dea; nella storia dell'Ordine del Tempio era Maria Maddalena, proprio perchè in essa risiedeva la chiave del ricongiungimento all'Uno. Questo è il valore iniziatico del Femminile, quel collegamento tra terra e cielo, tra il mondo del materiale e l'universo dello spirituale. Non a caso l'uomo ha usato la metafora della Torre, proprio perchè la torre meglio rappresenta, anche visivamente, quel punto di congiunzione tra cielo e terra; come la torre di Magdala perchè la Torre è l'Anima che permette, quando viene scalata, di avvicinarsi a Dio.
tratto da: 
http://clansinclairitalia.blogspot.it/2016/06/nel-nome-della-dea-intervista-di.html

 Nel Nome della Dea



domenica 22 maggio 2016

Recensione del Prof. Francesco Milesi al libro: “Nel nome della Dea: sulle tracce dell’antica religione”





In occasione di un cenacolo fraterno, tenutosi in Fano il 19 maggio 2016 , il Prof. Francesco Milesi ha introdotto la serata presetando il libro “Nel nome della Dea” http://www.ibs.it/code/978886496180...

“Inizio subito col dire che l’ultima fatica di Massimo Agostini “Nel nome della Dea” è di grande interesse non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per coloro che per la prima volta si avvicinano al magico mondo dell’esoterismo.
Un mondo assai complesso, ma reso da Massimo in una prosa scorrevole e di facile comprensione, senza nulla rinunciare al rigore scientifico che sta alla base del libro. Un ermetismo erudito, lo definirebbe Festugière, che ruota interamente attorno all’idea che l’uomo può scoprire il divino stabilendo una relazione mistica tra universo e umanità. Ma l’essenza divina che è in noi non è tale da poter essere liberata o rigenerata a caso: sono necessari strumenti molto precisi, tra i quali troviamo iniziazioni di diversa natura.
“L’esperienza iniziatica, sottolinea Massimo Agostini, deve condurre, non solo a penetrare il proprio sé malvagio e terribile, ma anche a domare i demoni che vi dimorano, riuscendo a trasmutare la loro energia imprigionante in una forza di luce”.
Non poteva mancare la citazione del Corpus Hermeticum di Ermete Trismegisto poiché questo testo ermetico è alla base di tutta la tradizione esoterica, ermetica e alchemica dell’Occidente e specialmente il Primander – primo trattato del Corpus – è un vero e proprio percorso iniziatico attraverso il quale il profano viene condotto alla comprensione del Nòus (intelletto divino) e alla rinascita in Dio.
Grazie Massimo che attraverso la lettura del tuo libro ci hai permesso di approfondire l’evoluzione del pensiero esoterico-religioso fin dai suoi albori.
                                                                                          prof. Francesco Milesi
http://www.ibs.it/code/978886496180...



Francesco Milesi, storico, presidente dell’Accademia Fanestre, Socio Corrispondente della Deputazione di Storia Patria delle Marche, Segretario Scientifico del Centro Europeo di Studi Torelliani.

Il prof. Milesi è autore e curatore di importanti testi e evdenti culturali, per citarne solamente alcuni alcuni: 
- AA.VV. “Fano Romana –Mostra storico- archeologica”, a cura di F. Milesi, Editrice Fortuna. 1991. - AA.VV. “Fano Medievale”, a cura di F. Milesi editrice Grapho5, 1997.
ù - AA.VV., L’oro di Fano. E. Mannucci e la scuola orafa di Fano, a cura di F. Milesi, ed. Grapho, Fano 1997.
 - AA.VV., "Quaderni dell'Accademia Fanestre" a cura di F. Milesi, Edizioni Chiaruccia. pubblicazione annuale dell'Accademia Fanestre, inaugurata a Fano nel 2001.

Divulga gli studi di soci e simpatizzanti su tematiche eterogenee con un'approfondita ricerca iconografica.
- “Epistolarium Hermeticum: mostra composta da sessanta opere grafiche digitali (in tiratura limitata di 5 esemplari ciascuna) realizzarìte dal prof. Francesco Milesi, attingendo alle suggestive immagini di un folto bestiario alchemico: animali mitici e reali come fenici, unicorni, dragoni, cigni, alamandre, leoni, pellicani, pavoni, galli (…) in un dialogo tra il maestro alchemico e il suo ipotetico allievo, attraverso cui si cerca di trasformare la materia e quindi lo spirito.



mercoledì 11 maggio 2016

Sassocorvaro, Rocca degli Ubaldini, sabato 28 maggio anniversario del Clan Sinclair Italia, presentazione del libro: Nel Nome della Dea

Sassocorvaro, Rocca degli Ubaldini,
sabato 28 maggio in occasione del IV compleanno  del Clan Sinclair Italia, nella misterioso Rocca alchemica di Sassocorvaro, alla presenza di un folto pubblico, è stato presentato il libro: "Nel Nome della Dea- sulle tracde dell'antica religione" di Massimo Agostini.
Profondi e ricchi di riferimenti iniziatici negli interventi dei relatori: Andrea Aromatico, Fabio Filippetti, e dello stesso autore, consentendo di rivivere gli antichi rituali iniziatici NEL NOME DELLA DEA.
Di non poco fascino è stata la presenza del Clan Sinclair che con le conclusioni del presidente Tiziano Busca ed i saluti di Karl Sinclair e Lady Joan, accompagnati da tanti membri in tipico kilt scozzese, ha è riuscito a unire la magia alchemica della Rocca Ubaldinesca a quella misterica della cappella di Rosslyn che, cime ha evidenziato Massimo Agostini, rappresenta un Tempio consacrato al femminino sacro!!!









Sassocorvaro, Rocca degli Ubaldini, sabato 28 maggio in occasione dei festeggiamenti per il IV anniversario del Clan Sinclair Italia, presentazione del libro: Nel Nome della Dea
a cura di Andrea Aromatico (giornalista e saggista) e Fabio Filippetti (saggista),
conclusioni di Tiziano Busca (Presidente del Clan Sinclair Italia . associazione
La Rocca di Sassocorvaro viene unanimamente definita un capolavoro di architettura militare del XV secolo. La costruzione fu voluta dal letterato, filosofo, astrologo, mago e alchimista Ottaviano degli Ubaldini,
Andrea Aromatico (Urbino 1966) è giornalista, scrittore e saggista. Collabora con riviste culturali e in pianta stabile con il quindicinale "Diana"; dirige la rivista di esoterismo e mistero "Secreta". Ha pubblicato i seguenti volumi: Medicamenti, posizioni e incantesimi del ricettario Magico Urbinate; Alchimia, l'oro della conoscenza; Liber Lucis, Giovanni da Rupescissa e la tradizione alchemica; La Magia; Figli di Ermete; Manuale del Cacciatore di Beccacce; Il Poeta e il Cacciatore.
Consulente, regista e autore televisivo, ha collaborato per anni con Rai 2 e ai palinsesti delle reti Seasons e Diana Web TV, di cui è attualmente direttore. 
E' autore e sceneggiatore della serie a fumetti NEMROD, i cacciatori della Bestia 666. 
Vive e lavora a Urbino.
Cacciatore e cinofilo di rango, si serve dei suoi kurzhaar per tutte le sue scorribande beccacciaie (e non solo) in Italia e all'estero.


Fabio Filippetti medico, si interessa da molti anni di tradizioni marchigiane e di simbologia. Ha partecipato in qualità di relatore a numerosi convegni e congressi a carattere nazionale e collabora con riviste e quotidiani. È inoltre autore di diversi libri di argomento esoterico.


Tiziano Busca Presidente Clan Sinclair IItalia
Autore del saggio Rito di York storia e metastoria
il Rito di York è il Rito Massonico più anziano e più diffuso nel mondo. In Italia sono pochi gli studi e questo è il primo tentativo di presentazione più o meno organica e coerente della storia, della simbologia dei gradi, dell'operatività mai prescritta ma sempre suggerita. Perché la Massoneria è uno scrigno di tesori dal valore incommensurabile. Che non si può più conservare in tinello.

INNO A ISIDE






Perche' io sono la prima e l'ultima,
Io sono la venerata e la disprezzata,
Io sono la prostituta e la santa,
Io sono la sposa e la vergine,
Io sono la mamma e la figlia,
Io sono le braccia di mia madre,
Io sono la sterile, eppure sono numerosi i miei figli.
Io sono la donna sposata e la nubile,
Io sono colei che da' la luce e colei che non ha mai procreato,
Io sono la consolazione dei dolori del parto.
Io sono la sposa e lo sposo,
E fu il mio uomo che mi creo'.
Io sono la madre di mio padre,
Io sono la sorella di mio marito,
Ed egli e' il mio figliolo respinto.
Rispettatemi sempre,
Poichè io sono la scandalosa e la magnifica.

venerdì 15 aprile 2016

Presentato a Bologna il libro di Massimo Agostini: Nel Nome della Dea con Gabriele La Porta

Bologna Prentato il libro "Nel Nome della Dea"












 Si è svolto lo scorso 9 Aprile, presso la Sala del Tribunale del Circolo Ufficiali, la presentazione del libro Nel Nome della Dea – Sulle tracce dell’Antica Religione del VicePresidente del Clan Sinclair Italia Massimo Agostini. Un successo di pubblico e di contenuti che hanno reso l’atmosfera del convegno magica ed emozionante.


Due relatori d’eccezione il Socio Onorario del Clan Italia il Prof. Gabriele la Porta ed Egidio Senatore moderati da Mario Martelli, alla presenza dell’autore e del Presidente Tiziano Busca hanno ammaliato il pubblico presente ripercorrendo la storia delle figure del Sacro Femminino attraverso i secoli. Una conferenza nata in una serata conviviale tra Spiriti Eletti nella quale non sono mancati momenti di grande emozione.

Abbiamo deciso, vista l’eccezionalità dell’evento, di dividere in tre parti questo comunicato stampa per ricordare a chi c’era, ma anche per cercare di trasmettere a chi suo malgrado non è potuto essere con noi, i momenti più emozionanti della conferenza.

Con immenso piacere era presente in sala la figlia di una delle Guide Spirituali che in questi anni ci ha accompagnato in questo percorso di crescita personale e culturale, Elisabetta Galli, una delle due figlie del recentemente scomparso Maestro Giordano Bruno Galli, in suo onore Massimo Agostini ha letto un pezzo tratto dal libro Nel Nome della Dea in cui ha riportato l’interpretazione data dal Maestro di Alchimia 

Spirituale, nonché amico fraterno Bernardo Shin al secolo Giordano Bruno Galli, che qui di seguito vi riportiamo:

“Il cuore è il compimento dell’opera, è lo Zolfo Aurato. C’è lo Zolfo, il maschile, la materia, l’energia, la forza, contrapposto alla leggerezza, alla volatilità del Mercurio.

Lo Zolfo deve inglobare il Mercurio, il maschile deve inglobare il femminile e viceversa.

È proprio nella riunificazione di quello che era a livello di progetto, quando Adamo viveva in Eden, che il cuore dovrà ricomporsi, con l’aiuto dell’energia universale che è fermata dal Sale, ovvero dalla possibilità di agire e di essere, poiché da solo lo Zolfo sarebbe impotente. Nell’unione, quando è sacra, se non c’è il Vescovo, il maschio e la femmina non possono unirsi.

Non ho mai trovato tra i tanti simboli alchemici quello che potesse rappresentare questa trasmutazione dello Zolfo in Oro, ma cercando, con umiltà, con desiderio di sapere e di conoscere, ho trovato la rappresentazione dello Zolfo Aurato.
Il simbolo dello Zolfo è un triangolo con la punta rivolta verso l’alto e una croce greca rivolta verso il basso. Il cuore diventa Oro quando si sublima, quando trasmuta e va in cielo, perché è materia, ma è anche spirito. La materia e lo spirito trovano il loro simbolo in Maria (Myriam) che è stata assunta in cielo e prima di lei Gesù, suo figlio, assunto anch’egli in cielo, diventando Oro.

Solo Maria e solo Gesù vengono raffigurati dalla Chiesa Cristiana con il cuore esterno, davanti al petto, in mostra, e quel cuore con una croce sopra ha la forma di un triangolo. Il Sacro Cuore di Maria e il Sacro Cuore di Gesù sono un triangolo con la punta in basso e una croce in alto, il simbolo dello Zolfo rovesciato.

Non ci esprimiamo solo con le parole, ma ci esprimiamo anche con simboli, con immagini che sono espressioni altrettanto importanti, altrettanto forti, altrettanto confacenti, come l’espressione delle parole. Certo le parole vanno per tutti, i simboli vanno per pochi.”


La presenza del Maestro era, potremmo dire, tangibile.

Visti i richiami alla Dea Iside Egidio Senatore ha voluto che il Prof. La Porta lo accompagnasse nella lettura dell’Inno a Iside, perché, come ha detto, se invochiamo una Iside dobbiamo capire chi era e le dobbiamo rendere omaggio.  E per renderle omaggio come si conviene è stata chiamata proprio Elisabetta Galli, espressione di quel genio femminile di cui Agostini racconta nel suo libro. 

sabato 13 febbraio 2016

San Valentino e la Festa Pagana dei Lupercali.

Nel giorno della Festa degli Innamorati del 14 febbraio, la chiesa ricorda il martirio di San Valentino.
 Ma nel calendario religioso di Roma vi era una festa conosciuta con il nome di Lupercalia dedicata all’accoppiamento sacro. Lupercalia si celebravano il 15 di febbraio, con cerimonie di purificazione e con rituali ierogamici. Si ipotizza che tali rituali derivassero da una arcaico culto per Fanus Lupercu (simile al Dio Pan); per altri il rituale derivava dal culto della Dea della Fertilità al fine di propiziare il risveglio della natura (rinascita) attraverso il sacro accoppiamento. 




"In tutto l’Impero Romano venivano celebrate feste religiose dedicate alla Dea con cerimonie che rispettavano gli antichi calendari previsti nel culto di Iside, comprese quelle sessuali e di prostituzione sacra, propiziatori della fertilità. Una di queste cerimonie, chiamata “I lupercali”, veniva celebrata a febbraio e per le vie della città si svolgevano processioni rituali con giovani nudi che rincorrevano donne seminude colpendole con una frusta fatta di pelle di capra. Le cerimonie si concludevano con l’accoppiamento e sposalizio sacro, affinché dopo nove mesi, in prossimità del nuovo Solstizio d’Inverno (dicembre), le donne che avevano partecipato al rito potessero partorire il nuovo Horus." 


I riti propiziatori della fertilità vennero soppressi nel V se­colo d. C. per opera del Papa Gelasio I, ma se tale disposizione ebbe efficacia nella Roma cattolica, i riti sessuali rimasero inal­terati in molte realtà dell’Impero.



Il lupercale aveva quindi come finalità il sacro accoppiamento tra un nobile ed una sacerdotessa della Dea anch’essa di sangue nobile.
Secondo Plutarco i due giovani di nobile origine, detti Luperci, venivano condotti nel Tempio (Grotta) che si trovava ai piedi del Palatino dove venivano segnati in fronte con il sangue di capra scaturito dal sacrificio; in seguito, purificati con un panno di lana bianca intriso di latte, i due nobili dovevano correre nudi attorno al colle, schernendo gli spettatori e i passanti che incrociavano colpendo chiunque incontrassero con le strisce ricavate dalla pelle di capra.




Sucessivamente il Lupercalia venne assunto come rituale iniziatico legato alla confraternita dei Lupercali nella quale i nuovi adepti venivano assimilati alla vittima sacrificale sia nella morte, ricevendone il sangue sulla fronte, sia nella risurrezione, venendo astersi con il latte.
Divenuti così uomini-capri e rivestita la pelle dell'animale, procuravano alle donne la fecondità conformemente al significato del capro, di cui avevano incorporato la virtù.
Le giovani donne che assistevano alla cerimonia, desiderose di accoppiarsi e avere figli, anziché evitare i colpi di frusta inferti dai Luperci, vi si facevano incontro, credendo che tali gesti simbolici fossero in grado di giovare alla fertilità e alla gravidanza.


Il sodalizio dei Lupercali comprendeva 12 membri scelti da famiglie nobili con a capo un magister, altri sodalizi erano quelli degliArvali e dei Salii
Anche dopo il divieto della Chiesa, l’antico rito dei Lupercalia si mantenne in ambito iniziatico presso confraternite che ssegretamente lo tramandarono, forse non è un caso che  la rinascimentale Accademia "Arcadia" di Roma, adottò come simbolo la “lira” del Dio Pan, divinità simile  al romano  Faunus Lupercu.



















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M. Agostini, Nel nome della Dea